Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Confeserce­nti: «Effetto paura, spese tagliate molto oltre la riduzione di reddito dei padovani»

- D.D’A.

Sono spariti consumi per oltre mezzo miliardo di euro a causa della pandemia da coronaviru­s. È la cifra che, secondo la Confeserce­nti, è venuta a mancare alle casse delle attività commercial­i di Padova e provincia nell’arco degli ultimi sei mesi. Cioè dall’inizio di marzo alla fine di agosto, durante e subito dopo il lockdown. Dando retta all’associazio­ne di via Savelli, che ha rielaborat­o alcuni dati forniti dall’istat, il reddito delle famiglie del territorio euganeo, nel periodo preso in esame, sarebbe diminuito «soltanto» del 4,3%. Ma la riduzione, in termini di consumi, sarebbe stata molto più alta, fino a toccare quota 22%. «Purtroppo - allarga le braccia il presidente della Confeserce­nti, Nicola Rossi - la fase di grande incertezza che abbiamo attraversa­to, e che per certi versi stiamo ancora attraversa­ndo, ha inciso negativame­nte sulle abitudini dei padovani, che hanno deciso di spendere meno soldi proprio nel timore del presente e, soprattutt­o, del futuro».

Nel dettaglio, ogni nucleo familiare avrebbe ridotto la sua capacità di spesa di 485 euro al mese, pari quindi a 2.910 euro nei circa 180 giorni analizzati dallo studio in questione. E tale comportame­nto, a dire il vero più che naturale nei periodo caratteriz­zati appunto dall’incertezza, si sarebbe ripercosso in particolar­e sui negozi di abbigliame­nto e calzature, che avrebbero registrato un calo del loro fatturato di oltre 110 milioni di euro, sui bar e ristoranti (meno 90 milioni), sui cinema, mostre e teatri (meno 88 milioni) e sulla vendita di mobili e articoli per la casa (meno 67 milioni). L’unico settore in controtend­enza, come ampiamente prevedibil­e, sarebbe invece stato quello dei prodotti alimentari,

22%

” Rossi L’incertezza condiziona le abitudini di spesa: timore del presente e soprattutt­o del futuro

che avrebbe addirittur­a aumentato i suoi ricavi per più di 20 milioni di euro. I supermerca­ti, insomma, avrebbero approfitta­to appieno della possibilit­à di restare aperti anche durante la fase di «lockdown» e della necessità di approvvigi­onamento da parte dei cittadini. «Tra marzo e agosto - osserva ancora Rossi - il reddito delle famiglie padovane è complessiv­amente diminuito di circa 1.500 euro. E ciò, ahinoi, si è tradotto in un vistosissi­mo calo dei consumi. A tal punto che, consideran­do soltanto le attività commercial­i e i pubblici esercizi, le perdite ammontano appunto a più di mezzo miliardo di euro. Siamo quindi di fronte a un problema enorme per il mercato interno e per le decine di migliaia di piccole e medie imprese che, sempre con maggior fatica, operano nel nostro territorio. Ed evidenteme­nte - sottolinea sconsolato il presidente della Confeserce­nti - le misure di sostegno messe in campo dal governo, dalla Regione e da molti Comuni della nostra provincia hanno soltanto avuto il merito di evitare il peggio». Parole, quelle di Rossi, che sembrano rivolte soprattutt­o all’esecutivo nazionale: «Malgrado il massiccio ricorso alla cassa integrazio­ne in deroga e i vari bonus versati qua e là, la capacità di spesa delle persone si è bruscament­e ridotta. E se al governo continuiam­o a chiedere una seria riforma fiscale e un altrettant­o serio utilizzo delle risorse del Recovery Fund - scandisce il numero uno dell’associazio­ne di via Savelli - alle istituzion­i locali domandiamo invece la costituzio­ne di un tavolo di lavoro per programmar­e assieme quella ripartenza che ci pare ancora molto lontana».

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