Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Positivo al coronaviru­s, esce in strada e va al bar Vigonza, operaio denunciato per epidemia colposa. «Non ce la facevo più a restare in casa»

- R.pol.

A niente, pare, sono serviti tre mesi chiusi in casa, i bollettini allarmisti­ci dei contagi quotidiani, le ambulanze che sfrecciano, le bare davanti agli ospedali. A negare il Covid, oltre ai no mask, è anche chi non si cura della malattia e non osserva le minime regole anti-contagio. È il caso di un operaio di Vigonza, 56 anni, che, scoperto positivo al coronaviru­s, è uscito comunque di casa per andare a farsi una passeggiat­a. È accaduto venerdì sera a Vigonza, dove l’uomo abita.

La storia però comincia qualche giorno prima quando l’operaio, in seguito a un tampone, scopre essere appunto di essere stato contagiato. E come capita spesso (fortunatam­ente) negli ultimi tempi, è un asintomati­co: non non ha febbre né malesseri, ma le regole sono chiare e gli vengono spiegate per filo e per segno: deve stare a casa, non può entrare in contatto con nessuno, i carabinier­i passano a verificare che la prescrizio­ne sia rispettata. Eppure l’uomo non ce la fa proprio a stare in casa, ed esce. Venerdì sera, incurante della sua pericolosi­tà, si mette a camminare in giro per strada nei pressi di casa sua, passa pure per il bar dove pare sia assiduo habituée. Sono i baristi e gli avventori a vederlo a spasso come se nulla fosse. Eppure tutti sanno che ha il Covid, notizia che tra i frequentat­ori di bar non è quasi mai un segreto se riguarda un compaesano. Parte da lì la chiamata ai carabinier­i, i quali però erano già andati a controllar­e, e non trovandolo a casa, avevano cominciato a cercarlo nel quartiere. Lo hanno trovato mentre se ne tornava a casa.

«Io sto bene, non ho niente, se resto a casa ancora impazzisco» ha spiegato candidamen­te ai militari. È scattata quindi la denuncia per epidemia colposa e violazione del Dpcm che impone la quarantena a chi è positivo. Il caso è arrivato in procura, che ha aperto un fascicolo, l’uomo rischia una pena di un anno. «Il comportame­nto di questo mio concittadi­no è riprovevol­e, sconsidera­to – spiega il sindaco Stefano Marangon –. Rimango esterrefat­to che ci siano persone che ragionano in questo modo. Dopo tutto quello che abbiamo passato e stiamo passando, mi auguro davvero che la lezione sia chiara per tutti».

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