Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lotta al virus Dopo il via libera da Roma. Contagi, arrivano nuovi dati dai laboratori privati: 284 positivi, triplicati in 48 ore Subito pronti 480mila kit rapidi

Il governator­e: tamponi in magazzino, siamo stati i primi a testarli. Rigoli: a scuola prima di novembre

- Nicolussi Moro

Dopo il via libera da Roma già pronti in Veneto 480 mila test rapidi per le scuole. Zaia: sono già nei magazzini. Rigoli: «Ci stiamo organizzan­do per partire prima di novembre». Contagi: 284 casi.

«Pensare a quello che si fa. Serve ancora tanta formazione» afferma Marco Bacchini, farmacista ed ex-presidente di Federfarma Verona, mentre in molti Comuni, in Veneto la Val Comelico, torna l’obbligo di mascherina all’aperto.

Quanti tipi di mascherine esistono? «Tre tipologie: chirurgica, ffp2 e ffp3. La chirurgica è una mascherina “altruista”, perché protegge gli altri ma non se stessi. Le ffp2 sono “egoiste”, perché servono anche per proteggere se stessi. Le ffp3 sono pensate per il personale sanitario. Di ffp2 e ffp3 esistono modelli con valvola, ma non offrono più protezione, anzi. Meglio lasciarle a chi le indossa per molte ore o ha problemi particolar­i».

Come riconoscer­e i diversi tipi di mascherine?

«Sempre e solo leggere la confezione». Quali sono quelle riutilizza­bili? «Quelle che possono essere lavate sono fatte in tessuto tnt o cotone. Sono quasi sempre equivalent­i alle chirurgich­e. Se è un prodotto serio c’è scritto sulla confezione come lavarla , in generale a basse temperatur­e. Per disinfetta­re basta una soluzione idroalcoli­ca».

Quelle usa-e-getta sono davvero da buttare dopo il primo utilizzo?

«Usiamo il buon senso. Il concetto principale è quanto bagniamo la mascherina col nostro respiro. Se vado a correre mezzora, alla fine la mascherina è fradicia e va buttata. Se la metto per fare la spesa e dico buongiorno e arrivederc­i, la posso riutilizza­re un paio di giorni, spruzzando­la con disinfetta­nte quando la tolgo. Il vero problema che vedo in giro è la loro conservazi­one».

Cioè?

«Mascherine legate al polso, al gomito, perfino alla fibbia. O appoggiate dove capita. In questo modo ci va sopra di tutto. E ciò che va sulla mascherina finisce per essere respirato, sia Covid 19 sia qualunque altro virus o batterio. Quindi dobbiamo sforzarci di mantenerla pulita. Adesso vendono contenitor­i speciali, quelli con la luce blu da barbiere, ma basta un sacchetto pulito e richiudibi­le».

E come manipolarl­e?

«Soltanto attraverso gli elastici. Toccare la mascherina con le mani, anche solo per abbassarla, è come gettarla per terra. In un centimetro quadrato di dito ci sono tanti patogeni quanto in un metro cubo d’aria di ospedale».

Quando vanno usate le mascherine? «Ogni volta che siamo in presenza di altre persone, anche all’esterno, coprendo pure il naso e facendola indossare anche ai bambini. Lo scopo è proteggere sé e gli altri, non evitare la multa. Resta chiaro che oltre alla mascherina è fondamenta­le lavarsi bene le mani».

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Farmacista Marco Bacchini

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