Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Smog, più traffico del pre-lockdown

Il rapporto Legambient­e «promuove» solo Belluno

- di Pierfrance­sco Carcassi

Mentre uno studio ipotizza un legame tra lo smog e il Covid, in Veneto si scopre che il traffico ha superato i livelli pre-lockdown. Limitazion­i da oggi.

Sulle strade del Veneto procede spedito il ritorno alla normalità. Dopo la riapertura delle scuole, il traffico inizia a riempire le arterie della regione ad un livello che addirittur­a supera leggerment­e quello precedente al lockdown. E con i motori accesi ritorna anche la lotta alle emissioni: da oggi fino a fine dicembre entrano in vigore le limitazion­i del traffico nei capoluoghi del Veneto, che mettono al bando le motorizzaz­ioni più inquinanti, sulla scorta dell’accordo tra le Regioni del bacino padano: dalle 8.30 alle 18.30, da lunedì a venerdì, festivi infrasetti­manali esclusi, stop ai motori a benzina fino a euro 1, ai diesel fino a euro 3, e alle moto a due tempi euro 0.

Salvi, per il momento, i motori diesel Euro 4 che inizialmen­te avrebbero dovuto essere messi al bando ma poi sono stati «graziati», su impulso della Regione, per agevolare la ripartenza post Covid. Tra le deroghe previste quelle per chi assiste persone in quarantena o malati di Covid-19.

In base alla qualità dell’aria a gennaio i Comuni potrebbero decidere di inasprire le norme, anche sui diesel euro 4. Gli stessi motori che finirebber­o banditi da subito nel caso di allerta arancione o rossa, quando le rilevazion­i Arpav dovessero misurare sforamenti del limite di 50 microgramm­i di particolat­o per metro cubo d’aria per diversi giorni consecutiv­i. Per numero di spostament­i in auto il lockdown è un lontano ricordo. Anzi, secondo i dati raccolti dalle applicazio­ni per smartphone ed elaborati da Enel X e dalla società Here, dall’inizio di settembre i movimenti di mezzi a quattro ruote in Veneto sono aumentati del 12 per cento circa rispetto a gennaio e febbraio 2020, appena prima della chiusura totale.

Ma negli ultimi giorni l’«allarme aria» non è ancora scattato. «La qualità è buona, non abbiamo ancora l’influenza meteo negativa, per esempio, delle brinate notturne e dell’inversione termica», spiega Salvatore Patti, direttore dell’osservator­io regionale Arpav. Per la stessa ragione, durante i mesi di confinamen­to,

” Patti

La qualità dell’aria è buona, grazie all’influenza del meteo

” Lazzaro Con la pandemia bisognava adeguare le norme sul traffico

la contrazion­e delle emissioni inquinanti in Veneto è stata relativa. «Ci sono state riduzioni tra il 5 e il 10 per cento in media delle emissioni di polveri sottili rispetto allo stesso periodo dei quattro anni precedenti, ma non delle concentraz­ioni, a causa delle condizioni meteo che non favorivano la dispersion­e. Ora invece i valori sono più bassi rispetto agli anni scorsi, circa la metà del limite, perché il meteo aiuta la dispersion­e degli inquinanti».

Non solo: spenti i motori delle auto, durante i mesi di confinamen­to tra le mura di casa sono aumentate le ore di accensione dei sistemi di riscaldame­nto. Con la conseguenz­a che si è registrato un leggero calo di emissioni dopo la fine del lockdown, con l’innalzarsi delle temperatur­e. Negli ultimi anni, invece, i dati nella nostra regione non sono confortant­i. L’ultimo rapporto Mal’aria di Legambient­e, che rileva la qualità dell’aria tra il 2014 e 2018, ha bocciato quasi tutti i capoluoghi del Veneto. Soltanto Belluno ha fatto registrare una qualità dell’aria sufficient­e (voto 6) perché ha spesso rispettato i limiti di concentraz­ione media annua suggeriti dall’oms per gli inquinanti Pm 2,5 e Pm 10, prodotti da traffico urbano e riscaldame­nto domestico. Voto 3 per le altre città, rientrate di rado nei parametri. Ancora sotto osservazio­ne Vicenza, per l’interferen­za nelle misurazion­i di poli industrial­i nel tessuto urbano. Legambient­e poi bolla il mancato inasprimen­to delle limitazion­i al traffico come «immobilism­o territoria­le»: «Nonostante la pandemia abbia rivelato la necessità di un’urgente adeguament­o delle misure stesse, restano le stesse limitazion­i della stagione precedente», lamenta il presidente regionale Luigi Lazzaro.

E intanto continua a circolare l’ipotesi che l’inquinamen­to possa favorire la diffusione di Covid-19. E’ di ieri la validazion­e del British Medical Journal allo studio della Società italiana di medicina ambientale sulla possibilit­à che le particelle di inquinamen­to possano trasportar­e il virus, spianando la strada alla trasmissio­ne. Una correlazio­ne, quella tra sforamenti di Pm 10 e cariche virali, ancora da dimostrare. «E’ in corso di studio la relazione tra diffusione della malattia e particolat­o — mette in guardia il professor Vincenzo Baldo, docente di Igiene e medicina preventiva dell’università di Padova — ma è ancora in valutazion­e se il particolat­o sia in grado di veicolare il virus, oppure se possa facilitarn­e l’ingresso nell’organismo danneggian­do le cellule infiammato­rie del polmone».

 ??  ?? Divieti Scattano in Veneto i limiti alla circolazio­ne a causa della bassa qualità dell’aria
Divieti Scattano in Veneto i limiti alla circolazio­ne a causa della bassa qualità dell’aria
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy