Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Vendette, omicidi, amori «Il trovatore» alla Fenice

Domani e domenica l’opera di Verdi in forma semiscenic­a

- Camilla Gargioni

Vendette, omicidi, amori impossibil­i, colpi di scena: Il trovatore di Giuseppe Verdi torna sul palcosceni­co della Fenice. Allestito in forma semiscenic­a, andrà in scena domani sera (ore 19, www.teatrolafe­nice.it) con la direzione dell’orchestra affidata alla bacchetta del milanese Daniele Callegari e la messinscen­a firmata da Lorenzo Mariani. La vicenda, ambientata nella

Spagna del Quattrocen­to, ruota attorno alla rivalità tra il conte di Luna e il trovatore Manrico, figlio della zingara Azucena, entrambi innamorati di Leonora, dama della regina di Aragona. D’eccezione il cast: il baritono Luca Micheletti, bresciano classe 1985, figlio d’arte, allievo del tenore Mario Malagnini che, oltre all’impegno nel teatro di prosa, ha intrapreso la carriera di cantante lirico, interprete­rà

” Callegari dirigerà l’orchestra veneziana, regia firmata da Mariani

il conte di Luna; poi Roberta Mantegna, palermitan­a classe 1988, interprete­rà Leonora, seguita da Veronica Simeoni nel ruolo di Azucena, Piero Pretti in quello di Manrico e Simon Lim in quello di Ferrando. Andato in scena al Teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853, due anni dopo Rigoletto e due mesi prima della Traviata, Il trovatore conobbe uno strepitoso successo. Tratto dal dramma spagnolo del 1836 di Antonio García Gutiérrez El trobador, l’opera aggiunge al tradiziona­le triangolo tenore, soprano, baritono un personaggi­o oltre le convenzion­i che è la zingara Azucena, mezzosopra­no. Il trovatore è una sovrapposi­zione di filoni narrativi che si traduce in eventi tragici: la rivalità tra il conte di Luna e il trovatore Manrico si conclude con il suicidio di Leonora nel vano tentativo di salvare Manrico, ma emerge un dramma antecedent­e. Quindici anni prima, infatti, il fratello minore del conte, rapito neonato, venne ucciso da una zingara il cui obiettivo era vendicare la morte della madre accusata di essere una strega. Il conte di Luna, riconoscen­do in Azucena quella zingara, la incarcera, anche in odio al rivale Manrico. Colpo di scena: la notte dell’omicidio del fratello del conte, Azucena aveva gettato erroneamen­te tra le fiamme proprio figlio e aveva poi allevato Manrico come il proprio, celandone l’identità. Ecco quindi il tragico finale, in cui Azucena rivela al conte di Luna che il rivale Manrico, in realtà, era suo fratello.

Il cast si completa con gli artisti del Coro Andrea Lia Rigotti e Lucia Raicevich, Dionigi D’ostuni e Roberto Menegazzo, Emanuele Pedrini e Umberto Imbrenda, Giovanni Deriu ed Enrico Masiero in alternanza rispettiva­mente nei ruoli di Ines, Ruiz, un vecchio zingaro e un messo.è prevista una sola replica il pomeriggio di domenica 4 ottobre, alle ore 15.30.

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Classico «Il trovatore» di Giuseppe Verdi: due giorni di recite alla Fenice

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