Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Asilo notturno, residenti in ansia
Dopo gli ultimi trasferimenti all’ex Ostello, indetta un’assemblea
Sono ormai passati più di dieci giorni da quando, il 23 settembre scorso, 39 (poi diventate 41) delle 78 persone senza fissa dimora che alloggiavano all’asilo notturno di via del Torresino hanno contratto il coronavirus. E malgrado il Comune, proprietario della struttura, continui a ripetere che «la situazione è assolutamente sotto controllo», i residenti della zona, che si trova alle porte del centro storico di Padova, non smettono di dirsi «molto preoccupati».
Anche perché, quarantottore fa, i 37 ospiti risultati negativi al Covid-19 per tre tamponi consecutivi, che inizialmente erano stati trasferiti alcuni nell’ex scuola Gabelli di via Giolitti a San Lazzaro e altri nella Casa a colori di via del Commissario nel rione Crocefisso, sono stati sistemati nell’ex Ostello della gioventù di via Aleardi, struttura pure questa di proprietà comunale che confina proprio con l’asilo notturno. E così, adesso, i 78 senzatetto in questione albergano nuovamente a poca distanza gli uni dagli altri, controllati giorno e notte (per evitare eventuali fughe) da poliziotti, carabinieri e vigili urbani, nell’attesa che termini il periodo di quarantena, tanto per i positivi quanto per i negativi. Domani sera, alle 19 al bar 2000 di via Marin, i residenti della zona si riuniranno in assemblea per decidere il da farsi. «È singolare - dà loro voce Ubaldo Lonardi, consigliere della Lista Bitonci a Palazzo Moroni - che l’ex Ostello della gioventù sia stato chiuso a marzo dell’anno scorso perché ritenuto inagibile dal punto di vista strutturale e che adesso sia stato riaperto per essere trasformato in un vero e proprio dormitorio senza che, nel frattempo, sia stato eseguito alcun lavoro di ristrutturazione. Il Comune, a parole, sostiene che persone così fragili vanno gestite in piccoli gruppi. Ma poi, nei fatti, si comporta all’esatto contrario».