Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Gli applausi per Zaia fra tamponi e Olimpiadi «Ma il governatore eviti spaccature con Roma»
Il Veneto raccontato da Luca Zaia agli industriali riuniti ieri mattina a Schio si basa essenzialmente su tre pilastri: tamponi, Olimpiadi, autonomia. Che sono gli elementi, poi, sui quali il governatore ha costruito il trionfo elettorale di due settimane fa. Agli imprenditori Zaia si rivolge come il decisionista, colui che ha realizzato «grandi riforme sanitarie», conquistato le competizioni invernali del 2026 e che, adesso, vuole ottenere quel decentramento di competenze certificato dal referendum consultivo di tre anni fa, rimasto privo di seguito.
Accolto da applausi scroscianti nel nuovo stabilimento della «Gps Shipping Bag» che riqualifica l’area ex Smit, il presidente della Regione evoca a se, innanzitutto, il successo della battaglia invernale e primaverile contro il Covid: «Nessuno scienziato ha mai consigliato di fare tamponi a tappeto su Vo’: sono stato io a decidere. Tutto il resto è fantasia» ha affermato, decretando - per l’ennesima volta - la presa di distanze dal professor Andrea Crisanti, l’infettivologo dell’università di Padova che ha scoperto, proprio grazie ai test condotti sulla popolazione del Comune euganeo, la contagiosità degli infetti asintomatici. La forza della politica, insomma, contro le tante voci di esperti che hanno affollato i programmi televisivi. «Quando ascoltate gli scienziati in tivù, nove volte su dieci non hanno alcuna responsabilità. Dov’erano a gennaio, mentre l’emergenza stava per esplodere?» ha esclamato, ricordando come il Veneto si sia mosso per tempo aggiornando i piani pandemici («lo abbiamo fatto ad ogni avviso dell’organizzazione Mondiale della Sanità») e facendo scorte di reagenti per i tamponi.
Lo scambio di battute con Luciano Vescovi, presidente di Confindustria Vicenza, è apparso anch’esso come un riconoscimento reciproco delle rispettive capacità. Al punto che, secondo Vescovi, il governo avrebbe potuto seguire l’esempio delle imprese anche per preparare la riapertura delle scuole: «Durante la pandemia i nostri protocolli sono stati efficaci», ha detto. Zaia, dal canto suo, ha parlato di «aziende venete eroiche» (applausi) di «veneti che hanno evidenziato un comportamento encomiabile durante il lockdown», attaccato coloro che (riferimento implicito al M5) «hanno costruito un soggetto politico sull’odio sociale, mentre le imprese creano ricchezza» (e giù altri applausi). E fra una critica e l’altra al reddito di cittadinanza «che paga i cittadini per non lavorare» (ulteriori applausi), suona quasi «stonata» la nota del Mes evocata sul palco da Veronica De Romanis, docente alla Luiss Guido Carli, e ritenuta «un’occasione da non perdere». Inviso alla Lega, infatti, il fondo salva Stati destinato alla sanità viene promosso un po’ da tutti gli imprenditori ed accolto come una fonte strategica di investimenti . Ma in un’assemblea quasi del tutto priva di esponenti del governo Conte (l’unico presente era il sottosegretario all’interno, il vicentino Achille Variati del Pd) il governatore è apparso come un riferimento della platea, l’interlocutore politico per eccellenza. La voce del territorio. Purché quel 76% conquistato alle elezioni non condizioni il confronto con Roma. Perché «è vero che le nostre aspettative rispetto al contributo del governo sono state deluse
La battaglia sul Covid «Nessuno scienziato ha mai consigliato di effettuare test a tappeto su Vo’, ho deciso io. Il resto sono solo fantasie»
fortemente», dice Andrea Visentin, presidente del raggruppamento Bassano di Confindustria, «ma un rafforzamento così evidente della politica regionale pone un problema di tipo diplomatico, ossia di trovare la giusta misura senza arrivare ad una spaccatura. Il confronto fra Regione e Stato non deve compromettere le nostre aziende, altrimenti saremmo nuovamente attori non protagonisti di una scena che non è la nostra». «Personalmente mi aspetto più dialogo, siamo assolutamente bipartisan. Il nostro obiettivo è l’azienda», ribatte Gianni Albertinoli, presidente del Gruppo Est Vicentino. Insomma, bene il consenso purché si badi al sodo.