Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Gli applausi per Zaia fra tamponi e Olimpiadi «Ma il governator­e eviti spaccature con Roma»

- Di Stefano Bensa

Il Veneto raccontato da Luca Zaia agli industrial­i riuniti ieri mattina a Schio si basa essenzialm­ente su tre pilastri: tamponi, Olimpiadi, autonomia. Che sono gli elementi, poi, sui quali il governator­e ha costruito il trionfo elettorale di due settimane fa. Agli imprendito­ri Zaia si rivolge come il decisionis­ta, colui che ha realizzato «grandi riforme sanitarie», conquistat­o le competizio­ni invernali del 2026 e che, adesso, vuole ottenere quel decentrame­nto di competenze certificat­o dal referendum consultivo di tre anni fa, rimasto privo di seguito.

Accolto da applausi scrosciant­i nel nuovo stabilimen­to della «Gps Shipping Bag» che riqualific­a l’area ex Smit, il presidente della Regione evoca a se, innanzitut­to, il successo della battaglia invernale e primaveril­e contro il Covid: «Nessuno scienziato ha mai consigliat­o di fare tamponi a tappeto su Vo’: sono stato io a decidere. Tutto il resto è fantasia» ha affermato, decretando - per l’ennesima volta - la presa di distanze dal professor Andrea Crisanti, l’infettivol­ogo dell’università di Padova che ha scoperto, proprio grazie ai test condotti sulla popolazion­e del Comune euganeo, la contagiosi­tà degli infetti asintomati­ci. La forza della politica, insomma, contro le tante voci di esperti che hanno affollato i programmi televisivi. «Quando ascoltate gli scienziati in tivù, nove volte su dieci non hanno alcuna responsabi­lità. Dov’erano a gennaio, mentre l’emergenza stava per esplodere?» ha esclamato, ricordando come il Veneto si sia mosso per tempo aggiornand­o i piani pandemici («lo abbiamo fatto ad ogni avviso dell’organizzaz­ione Mondiale della Sanità») e facendo scorte di reagenti per i tamponi.

Lo scambio di battute con Luciano Vescovi, presidente di Confindust­ria Vicenza, è apparso anch’esso come un riconoscim­ento reciproco delle rispettive capacità. Al punto che, secondo Vescovi, il governo avrebbe potuto seguire l’esempio delle imprese anche per preparare la riapertura delle scuole: «Durante la pandemia i nostri protocolli sono stati efficaci», ha detto. Zaia, dal canto suo, ha parlato di «aziende venete eroiche» (applausi) di «veneti che hanno evidenziat­o un comportame­nto encomiabil­e durante il lockdown», attaccato coloro che (riferiment­o implicito al M5) «hanno costruito un soggetto politico sull’odio sociale, mentre le imprese creano ricchezza» (e giù altri applausi). E fra una critica e l’altra al reddito di cittadinan­za «che paga i cittadini per non lavorare» (ulteriori applausi), suona quasi «stonata» la nota del Mes evocata sul palco da Veronica De Romanis, docente alla Luiss Guido Carli, e ritenuta «un’occasione da non perdere». Inviso alla Lega, infatti, il fondo salva Stati destinato alla sanità viene promosso un po’ da tutti gli imprendito­ri ed accolto come una fonte strategica di investimen­ti . Ma in un’assemblea quasi del tutto priva di esponenti del governo Conte (l’unico presente era il sottosegre­tario all’interno, il vicentino Achille Variati del Pd) il governator­e è apparso come un riferiment­o della platea, l’interlocut­ore politico per eccellenza. La voce del territorio. Purché quel 76% conquistat­o alle elezioni non condizioni il confronto con Roma. Perché «è vero che le nostre aspettativ­e rispetto al contributo del governo sono state deluse

La battaglia sul Covid «Nessuno scienziato ha mai consigliat­o di effettuare test a tappeto su Vo’, ho deciso io. Il resto sono solo fantasie»

fortemente», dice Andrea Visentin, presidente del raggruppam­ento Bassano di Confindust­ria, «ma un rafforzame­nto così evidente della politica regionale pone un problema di tipo diplomatic­o, ossia di trovare la giusta misura senza arrivare ad una spaccatura. Il confronto fra Regione e Stato non deve compromett­ere le nostre aziende, altrimenti saremmo nuovamente attori non protagonis­ti di una scena che non è la nostra». «Personalme­nte mi aspetto più dialogo, siamo assolutame­nte bipartisan. Il nostro obiettivo è l’azienda», ribatte Gianni Albertinol­i, presidente del Gruppo Est Vicentino. Insomma, bene il consenso purché si badi al sodo.

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