Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Il Mose funziona: si ferma il mare

Ore 8.35, su le dighe: la prima volta di Venezia asciutta. Telefonata di Mattarella. Oggi nuova marea

- Bottazzo, Zorzi

L’ora X di Venezia è scattata ieri alle 8,35 quando le dighe mobili hanno iniziato a sollevarsi. Il Mose ha fermato il mare lasciando per la prima volta la città all’asciutto all’arrivo dell’alta marea. L’emozione dei veneziani. La telefonata del capo dello Stato.

Spitz

È un cammino da completare che dovrà garantire una protezione sempre maggiore dal mare

Fiengo

Cinque anni ci abbiamo messo, ma ce l’abbiamo fatta, per gli impianti non c’era un progetto, mancava il know-how

Oggi sott’acqua

Oggi e domani sono previste maree a 110115 cm, il Mose non sarà azionato

Il giallo a Malamocco

Quattro dighe sono state «abbattute» dalle onde, è servita più aria per farle rialzare

Il «bottone rosso» è stato premuto alle 8.35, quando alla bocca di porto di Lido l’acqua era già quasi un metro sopra il livello del medio mare. Alle 9.52 il «muro giallo» si è chiuso del tutto, respingend­o le onde e isolando la laguna dal mare. «Il Mose sta funzionand­o», osservava uno sparuto gruppetto di veneziani che sfidando pioggia e vento si è spinto lungo la diga fino alla bocche di Malamocco per vedere l’evento. Perché quella di ieri è stata una giornata storica per Venezia. Nel momento del picco, quando verso le 11 e mezza lo sferzante e caldo scirocco ha spinto la marea in Adriatico a 132 centimetri – che non saranno i 187 del tragico 12 novembre scorso, ma che nell’arco di un 2019 eccezional­e sono stati superati solo altre sei volte e nel 2018 appena due –, Piazza San Marco è rimasta all’asciutto, salvo un paio di pozzangher­e nei punti più bassi, che sono sotto i 90 centimetri; e con una quota di marea in città di appena 70 centimetri, perfino il nartece della Basilica, uno dei punti più bassi, si è salvato invece di andare sotto di quasi mezzo metro come sarebbe successo fino all’altro ieri.

Operazione riuscita

Ieri mattina per la prima volta il Mose ha difeso una delle città più belle ma anche più fragili del mondo dalla sua minaccia principale, quell’acqua salata che nei mesi invernali (ma non più solo) si incunea ai piani terra di negozi e locali, danneggian­do tutto. Le 78 paratoie gialle, alcune in parte imbrunite dal fouling (quella fanghiglia sotto acqua che ogni volta fa gridare alla ruggine), ci hanno messo un’ora e 17 minuti per salire, più del doppio rispetto al tempo previsto da progetto, che è di circa mezz’ora. «Gli impianti non sono ancora conclusi osserva il progettist­a, l'ingegner Alberto Scotti - e comunque non c’era alcun bisogno, oggi, di andare veloci». Le operazioni sono state avviate con largo anticipo, tre ore e mezza prima del picco previsto a mezzogiorn­o. La marea, in realtà, è salita più lentamente, salvo poi restare più a lungo su livelli elevati, spinta dalla tanto temuta «sciroccata». «C’era una forte corrente, ma sono mancate un po’ le onde, che sono state di mezzo metro», osserva ancora Scotti.

L’unico brivido c’è stato alla bocca di Malamocco, quando la paratoia di spalla dal lato di Santa Maria del Mare, che era emersa per prima alle 9.12, ha iniziato a calare sotto la spinta delle onde per poi scomparire di nuovo nell’acqua, seguita da altre tre dighe centrali. Nel giro di qualche minuto però sono tutte riemerse, dopo che la sala operativa del Consorzio Venezia Nuova, guidata dal responsabi­le dei sollevamen­ti Davide Sernaglia, ha aumentato la pressione dell’aria.

Principio di Archimede

Le paratoie, infatti, quando sono sul fondo, appoggiate ai grandi cassoni di calcestruz­zo, sono piene di acqua; per alzarle vengono svuotate e riempite appunto di aria e galleggian­o proprio grazie al principio di Archimede. Per abbassarle si procede con l’operazione inversa e il via litro bera è arrivato alle 14.57. Nell’arco di mezz’ora le bocche di porto sono state di nuovo liberate e alle 16.12 è stata riaperta la navigazion­e, che era stata interdetta a partire dalle 7 del mattino. Oggi e domani si replica con l’acqua alta, ma questa volta senza Mose. Il provvedito­re alle opere pubbliche Cinzia Zincone ha infatti ricordato che la «procedura di sollevamen­to in emergenza», approvata dal suo ufficio mercoledì e messa in pratica subito ieri, prevede il via libera solo con una previsione di 130 centimetri, quindi in caso di maree molto dannose per la città. Oggi la previsione è di 115 centimetri, domani di 110, sempre pochi minuti dopo mezzogiorn­o. Il Mose dunque non verrà sollevato: Piazza San Marco e la Basilica, e non solo loro, torneranno dunque sotto acqua.

Dal 1966 a oggi

La giornata di ieri si lascia diele spalle 54 anni di dibattiti sulla difesa di Venezia, dopo l’acqua alta record del 1966 (194 centimetri); una quarantina di anni di discussion­i tecniche sulla soluzione Mose, dal «progettone» del 1982 in poi; e infine 17 dalla posa della prima pietra nel maggio 2003. Il sistema non è ancora finito: sarà consegnato a dicembre 2021. Ci sono gli impianti da finire, problemi tecnici da risolvere e i costi di manutenzio­ne, le cui stime arrivano fino a 80-100 milioni l’anno; ma oggi si è avuta la prova che quest’opera ciclopica, che ha impiegato quasi 6 miliardi di euro di risorse dello Stato e sei anni fa ha portato a una raffica di arresti per tangenti, funziona. «E’ un passaggio fondamenta­le - afferma il commissari­o «sblocca cantieri» del Mose Elisabetta Spitz - una tappa di un cammino da completare che dovrà garantire progressiv­amente una protezione sempre maggiore del territorio lagunare da un ineludibil­e innalzamen­to del mare». Il commissari­o Giuseppe Fiengo, che con il collega Francesco Ossola ha preso in mano le redini del Cvn tra il 2014 e il 2015, ricorda le difficoltà. «Cinque anni ci abbiamo messo, ma ce l’abbiamo fatta ha detto ieri - Per gli impianti non c’era un progetto, mancavano un sacco di collegamen­ti e il know-how ce lo avevano le imprese che se ne sono andate. E ora bisogna fare anche le opere ambientali».

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Passerelle d’ordinanza approntate in piazza San Marco in vista dell’acqua alta di ieri ma non sono servite, la piazza è rimasta all’asciutto
(foto Vision) Passerelle Passerelle d’ordinanza approntate in piazza San Marco in vista dell’acqua alta di ieri ma non sono servite, la piazza è rimasta all’asciutto
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(foto vision) Ore 9.52 Si completa l’operazione e il Mose è completame­nte alzato
 ?? (foto vision) ?? Ore 8.35 Iniziano ad alzarsi tutte le 78 paratoie alla bocche di porto
(foto vision) Ore 8.35 Iniziano ad alzarsi tutte le 78 paratoie alla bocche di porto
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