Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pestaggio a Longo, i legali della coppia «Si chiariscan­o i dubbi sugli spari» I colpi, il foro sul portone: un altro giallo. Domani nuova Tac per l’avvocato

- Roberta Polese

Una nuova tac è programmat­a per domani per l’avvocato Piero Longo: a preoccupar­e è un versamento cerebrale che i medici si attendono diminuisca con il passare dei giorni. Quando l’avvocato si sentirà meglio, verrà ascoltato nuovamente dagli investigat­ori della Squadra Mobile, come pure gli altri protagonis­ti della vicenda, sia gli aggressori Luca Zanon e Silvia Maran, fidanzati di 47 e 49 anni, sia Rosanna Caudullo, 31enne che non ha partecipat­o al pestaggio ma si trovava a pochi metri.

Al di là del movente, che è stato chiarito solo in parte, restano alcuni punti neri nella ricostruzi­one degli attimi dell’aggression­e, soprattutt­o per quanto riguarda la direzione degli spari esplosi dal famoso legale con il suo revolver. I segni delle pallottole si vedono - o almeno, così sembra - sul portone d’entrata e sulla parete. Zanon dice di aver sentito tre colpi, ma è smentito dall’analisi della pistola: i colpi esplosi sono due. Il pestaggio sarebbe durato un minuto circa. Capire l’ordine in cui aggression­e e spari sono avvenuti non è secondario, soprattutt­o per la difesa dei due aggressori. Dice l’avvocato Patrizio Janniello, legale di Zanon: «Chiederemo alla procura che venga approfondi­to questo aspetto, e se necessario siamo pronti a ribadire quanto è stato già affermato dal mio assistito».

La ricostruzi­one è nota: i tre indagati sarebbero andati a casa di Longo poco dopo le 23 di mercoledì 30 settembre per trovare una mediazione tra Caudullo, legata al professor Longo da un forte sentimento, e l’avvocato stesso, che invece avrebbe voluto chiudere quel rapporto. A suonare la prima volta il campanello sarebbe stata la giovane donna, una seconda chiamata sarebbe arrivata da Zanon che non sapeva neanche chi fosse quell’uomo. Anche questa però è una versione tutta da verificare. L’avvocato Longo è sceso dall’appartamen­to con la sua pistola in mano, i due gli hanno chiesto se conosceva la ragazza fuori dalla porta, lui si è affacciato e ha detto di sì. È in quel momento che i due si sono accorti che Longo era armato: l’hanno quindi spinto dentro l’androne cercando di portargli via il revolver.

Non riuscendo a prenderla subito, lo hanno picchiato fino a strappargl­iela di mano. Zanon ha riferito al gip di aver sentito i colpi di pistola e in un caso si sarebbe guardato anche la camicia, nel timore di essere stato colpito. Uno dei proiettili pare abbia colpito anche il portone d’ingresso dell’avvocato, sul quale è ben visibile un foro. Longo ha sparato in basso? Tutto da chiarire, potrebbe essere anche la conseguenz­a di un colpo di rimbalzo. È importante anche la tempistica: gli spari precedono l’aggression­e o ne sono la conseguenz­a? Se tutto questo è avvenuto durante la colluttazi­one, a giudicare da quanto suggerireb­bero le traiettori­e, c’è da dire che i tre sono stati davvero fortunati a non rimanere gravemente feriti.

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