Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Il «prosecco» era droga dello stupro
Rete di spaccio via web, il Gbl era acquistato a litri: 9 indagati e 5 misure cautelari
Nove indagati, quattro province venete coinvolte, cinque misure cautelari: questi i numeri dell’operazione della squadra Mobile di Padova su una complessa rete di spaccio che si basava su acquisti on line. Tra i protagonisti, due uomini di Noventa Padovana (uno è un dipendente della Vodafone in cassa integrazione): al telefono vendevano «prosecco» ma si trattava del Gbl, la famigerata droga dello stupro, trattato a litri.
Per far arrivare la droga dello stupro dall’olanda al Veneto si erano inventati di doverla utilizzare per il restauro di mobili antichi. Come base per il confezionamento e lo smistamento utilizzavano un appartamento di Noventa Padovana, diventato un supermercato del Gbl, acronimo di gamma-burito-lactone, la droga sintetica che ha forti capacità inibitorie, e dove si potevano acquistare anche mefendrone, cocaina e altri stupefacenti. Nei guai sono finite nove persone che compravano e rivendevano le sostanze dal 2018 a inizio 2020.
La squadra mobile di Padova guidata dal vicequestore Carlo Pagano, insieme ai colleghi di Treviso e Vicenza, ha ricostruito una serie di attività illecite che hanno portato a B.S., un 45enne di Noventa Padovana, dipendente della Vodafone in cassa integrazione, e a F.L., inquilino 50enne, soci in affari per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze. Tutti e due hanno adesso l’obbligo di dimora e quello di firma quotidiana. Il primo aveva il compito di ricevere i clienti nell’abitazione, il secondo di reperire a qualsiasi ora del giorno e della notte la cocaina ma anche le sostanze sintetiche come il Gbl, da entrambi indicato col termine «Prosecco» o semplicemente «G», e il mefedrone, chiamato nel gergo «M». I due padovani offrivano e cedevano in cambio di denaro la sostanza sintetica: il cinquantenne era solito individuare i clienti nei locali della città e della provincia rivolgendosi poi per la coca a pusher magrebini e nigeriani della Specola o di via Facciolati come Imed Nasri, l’unico arrestato, il compare invece preferiva agganciare gli acquirenti attraverso le chat. Grazie ai tabulati telefonici dei padovani, è stata ricostruita la rete di clientela ed è emerso come i due vendessero anche medicinali come Cialis, Viagra e Kamagra. I canali di rifornimento per queste sostanze hanno portato a un 32enne di Conegliano, a un 47enne e a un 53enne di Vicenza, il secondo titolare di un sex shop e il terzo istruttore di fitness: per tutti è scattato l’obbligo di dimora e di presentazione quotidiana negli uffici di polizia. All’interno dell’indagine sono stati individuati anche un 60enne di Fossò nel Veneziano, un albanese di 37 anni pregiudicato di Grumolo delle Abbadesse (Vicenza) e un 34enne di Ponzano Veneto (Treviso) che si faceva spedire il Gbl alla casa dei propri genitori.
Gli agenti hanno accertato come la droga dello stupro venisse spedita dai Paesi Bassi in ingenti quantitativi e poi rivenduta in piccole boccette con un guadagno di circa 900 euro per litro: acquistato a 100 euro veniva ceduta a 1000. Dalle carte dell’inchiesta emergono diversi episodi che sono serviti a ricostruire il giro d’affari. In particolare il 12 dicembre di un anno fa, su perquisizione disposta dalla procura di Padova, nell’abitazione di Noventa i poliziotti hanno sequestrato 250 ml di droga dello stupro in bottiglia, un bilancino e la documentazione (con tanto di fatture) che dimostrava l’acquisto in internet di più di sei litri di Gbl tra il mese di giugno e quello di dicembre del 2019. Le indagini hanno consentito di appurare come le ditte olandesi di spedizione del «Prosecco» fossero all’oscuro dell’utilizzo finale dato che gli veniva ordinato come materiale per il restauro di mobili antichi con tanto di fatturazione per una partita Iva fittizia.