Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Pestaggio a Longo, «Rosy» non parla davanti al pm

- Roberta Polese

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Rosanna Mariasole Caudullo, 32 anni, la donna che il 30 settembre scorso ha assistito al pestaggio dell’avvocato Piero Longo messo in atto da due suoi amici, Silvia Maran e Luca Zanon. Fatto per il quale è indagata. Ieri la giovane donna è stata accompagna­ta in procura dal suo avvocato Pietro Someda e davanti al pm Roberto d’angelo ha deciso di non rispondere alle domande. Oggi invece sarà il turno di Luca Zanon e domani toccherà a Silvia Maran: i due aggressori sono stati arrestati per lesioni e rapina (ma ora sono in libertà, con obblighi), stessi reati attribuiti alla Caudullo. Gli investigat­ori sono intenziona­ti ad andare a fondo sul tema del movente, che ancora non convince. Dal racconto della sera dell’aggression­e mancano ancora alcuni tasselli per comporre un quadro chiaro di quanto avvenuto.

Stando a quanto esposto dalla squadra Mobile nell’informativ­a presentata in procura i tre, Zanon, Maran e Caudullo la sera del 30 si sono incontrati al bar Tinto, locale di via Vicenza. Maran avrebbe fatto i tarocchi due volte all’amica Caudullo, detta «Rosy». Le due si conoscono dai tempi in cui facevano danza insieme, e Rosanna avrebbe confidato a Silvia del sentimento che provava nei confronti di Piero Longo, 77 anni, un tempo compagno della madre e che l’ha vista crescere. Lei poi nel tempo avrebbe mutato i suoi sentimenti che però non sarebbero stati ricambiati.

Quella sera i tre parlano del fatto che Longo sembra aver chiuso i ponti con lei, che gli ha bloccato anche i messaggini e le chiamate sul telefono. Rosy sembra soffrire molto per questo e Silvia con il fidanzato Luca si offrono di fare da mediatori per conto della ragazza e di andare a casa di Longo per convincerl­o al dialogo. Giunti all’abitazione di via Tiso da Camposampi­ero in cui abita il profession­ista, suonano il citofono. Rosy sta fuori dal portone, Longo scende con la sua pistola, un revolver con cui spara tre colpi, il primo - è stato appurato - è a salve, gli altri due vanno sul muro e rimbalzano sul portoncino. Longo spara mentre gli altri due lo aggredisco­no. È qui che il movente sembra cadere: perché aggredire l’avvocato che si presenta con la pistola? Non sarebbe venuto più spontaneo fuggire? E poi perché metterci tutta quella foga se si trattava solo di fare da mediatori? Longo ha rimediato 30 giorni di prognosi. È vero che Longo non conosceva Zanon e Maran? Tutti i protagonis­ti della vicenda affermano con forza questo elemento. E se il famoso legale non li conosceva, perché scendere armato? Sono tutte domande a cui gli investigat­ori ora cercano una risposta convincent­e.

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Aggredito L’avvocato Piero Longo

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