Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Divieto di sostare la sera davanti ai bar «Salasso da 100 mila euro al giorno»
L’appe: è il conto che pagheranno i locali padovani. Gli esercenti in centro: misure incomprensibili
«Io mi pago l’affitto del locale con quello che servo da mezzanotte alle due». Leonardo Fiordigiglio, giovane titolare del bar Fiore in pieno centro a Padova, racchiude in una sola frase tutto il problema. Che rischia di diventare dramma per chi possiede un esercizio pubblico alla luce del nuovo Dpcm governativo,in vigore da oggi. Le imposizioni per i gestori sono ormai note: chiusura alle 24 ma solo per chi garantisce la consumazione al tavolo, visto che già a partire dalle 21 non sarà più consentito gustare cibi o sorseggiare bevande all’esterno dei locali e in piedi, così da limitare il rischio di assembramenti.
La conseguenza? Filippo Segato, segretario di Appe Padova, fa una stima: «Queste nuove limitazioni impattano in maniera drammatica sui pubblici esercizi dell’intera provincia, che ora rischiano di perdere in media fino a 100 mila euro al giorno. Ed è un calcolo per difetto». In poche parole, non è escluso che molti locali - soprattutto quelli che, a differenza di quanto accade ad esempio in piazza dei Signori, non possono contare su ampi plateatici - decidano di tenere abbassate sin da subito le saracinesche, aggiungendosi agli oltre 100 che negli ultimi mesi hanno chiuso i battenti nel Padovano. Timore che il sindaco Sergio Giordani fa proprio, con un appello al governo e alla Regione: «Siano trovate forme di sostegno rapide e accessibili per le categorie che vengono penalizzate da misure volte alla tutela della salute pubblica».
Ma di gettare la spugna Leonardo del bar Fiore (al Volto della Corda, tra piazza delle
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Il titolare del bar Fiore Le cose peggioreranno: stringendo i tempi della movida, più facili saranno gli assembramenti
Erbe e piazza dei Frutti) non vuol sentire parlare: «Terrò duro, anche se ovviamente questi orari da rispettare ci tolgono una buona fetta di lavoro. E sono anche convinto che creerà più caos, perché i ragazzi non rinunceranno certo a uscire, quindi stringendosi i tempi della movida forse si formeranno addirittura più assembramenti. Sarà “divertente” capire cosa accadrà questo weekend».
Spostandosi in Ghetto, la musica cambia decisamente, e per un motivo ben preciso come spiega Luca Badan de «Il Gottino» in via delle Piazze: «Siamo già penalizzati dalla totale assenza di plateatico vista la carenza di spazio utile, ora questo nuovo Dpcm tira all’intera categoria un’ulteriore mazzata e spero che per nessuno sia quella definitiva. Non capisco a cosa serva la chiusura a mezzanotte». Al pari di Umberto Michieli della «Birreria da Umbe», distante poche decine di metri: «Trovo assurdo vietare agli avventori di rimanere fuori dal locale dopo le 21. Credo anch’io che qualcuno deciderà direttamente di non riaprire: come al solito anche dopo questo Dpcm c’è chi riuscirà comunque a portarsi a casa dei bei soldini e chi invece si mangerà il fegato». Chiude il giro Nicola Zoppelletto, proprietario del «Berlino - Beer, Food & Music» in via Ognissanti nel quartiere Portello, ad alta frequentazione universitaria: «Sono dell’idea che simili limitazioni non servano a niente, anzi penalizzeranno chi è già in sofferenza. Basterebbe far rispettare le restrizioni già vigenti». Nonostante la situazione a dir poco incerta Nicola sfida anche il Coronavirus, tanto da decidere di aprire a fine ottobre tra corso Milano e via Chiesanuova anche “Amsterdam - Eat, Drink & Show”, il suo secondo locale: «Credo che questo sia comunque il momento migliore per investire: sono convinto che Padova risorgerà».