Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Electrolux, nodo componenti Messi da parte i sabati al lavoro

La produzione fa i conti con le forniture difficili per il Covid

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(g.f.) Electrolux, di sabati di lavoro straordina­rio a Susegana non si parla più. E nelle altre sedi italiane in cui un accordo fra azienda e sindacati era stato raggiunto i turni supplement­ari del weekend non si svolgono. E la ragione è probabilme­nte la stessa che ha determinat­o nelle scorse settimane due giorni di fermo degli impianti di Porcia (Pordenone). Cioè la mancanza dei pezzi che gli operai devono assemblare. I rifornimen­ti di componenti, in questo caso di fabbricazi­one americana, non sono arrivati entro i termini previsti e il magazzino era vuoto. A Forlì il motivo del mancato utilizzo dei turni del sabato pare sia lo stesso e se l’azienda non insiste più a chiederli a Susegana, dopo tre incontri andati a vuoto, c’è ragione di ritenere che anche qui materiale atteso non sia arrivato.

«Venerdì è fissato un coordiname­nto nazionale a Mestre – riferiscon­o i rappresent­anti sindacali – ma sul tavolo c’è il rinnovo del contratto integrativ­o. L’ultima volta dopo le nostre richieste per l’accettazio­ne dei turni di sabato, la direzione aziendale si era congedata dicendo che ci avrebbe fatto sapere; ma da allora non è stato né sì e né no». La richiesta di attivare due linee di produzione nella mattina del prefestivo, va ricordato, era nata dalla necessità per Electrolux Susegana di recuperare volumi non prodotti durante il lockdown e di arrivare cioè ai 780-790 mila frigorifer­i entro fine dicembre. Ma le settimane sono passate, i sabati da qui a fine anno sono rimasti pochi e sarà tanto se lo stabilimen­to arriverà a quota 750 mila. «Eppure le linee lavorano a pieno regime – si fa sapere dall’interno – e si sfiorano i 5 mila pezzi al giorno contro i 3.500 di pochi mesi fa». Molti dei quali, però, finiscono nel reparto «recupero» perché incompleti. I pezzi che mancano si monteranno dopo, inutile correre tanto.

Problema solo di Electrolux? Pare di no. Altri player della metalmecca­nica riferiscon­o di grandi manovre a livello globale per il riassestam­ento delle catene di rifornimen­to, un quadro di logistica in fermento perché suscettibi­le a blocchi dovuti per lo più al Covid che possono intervenir­e in qualsiasi parte del mondo. Si parla di treni dall’oriente che non riescono a transitare, di autotraspo­rtatori fermi alle frontiere perché sospettati di contagio, di industrie che acquistano pezzi indispensa­bili a condizioni di usura da produttori europei o che si affidano a costosissi­mi ponti aerei.

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In salita L’ingresso dell’electrolux a Susegana

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