Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Sci, stagione ancora in bilico Card taglia-code
Cannoni sparaneve e assunzioni in bilico. Michielli: «Se salta anche la montagna, è finita»
In attesa del via libera del governo, la montagna scalpita. Per la stagione di sci, ci sono i cannoni sparaneve da approntare e il personale da assumere. Intanto si lavora sugli skipass digitali.
Le speranze della montagna sono appese al nuovo Dpcm, speranze flebili quanto un fiocco di neve al sole. Ed è giusto la neve, quella che, per carità, è scesa in anticipo la scorsa settimana ma che di solito va «sparata» ad hoc in vista della stagione sciistica ad essere una delle richiesta più pressanti al governo. Ci attrezziamo con i cannoni sparaneve? Continuiamo con i preparativi (e le assunzioni stagionali)? In buona sostanza, il piano certosino messo a punto da Anef (l’associazione nazionale degli esercenti funiviari) avrà il placet di governo e regione? La seconda ondata di contagi da Covid vena di apprensione le domande degli imprenditori . E gli sciatori restano indecisi davanti al click delle prenotazioni alberghiere. Gli imprenditori della montagna, intanto, si ingegnano moltiplicando le modalità di acquisto online degli skipass. Il circuito Dolomiti Superski propone «Mydolomiti Card» su cui preme anche Cortina D’ampezzo che, una volta acquistata e ritirata alle casse degli impianti una prima volta, potrà essere ricaricata online per i prossimi cinque anni. La versione montana del taglia-code (contro gli assembramenti). Intanto, da domani saranno in vendita i biglietti per i Campionati del mondo di sci alpino, in programma a Cortina d’ampezzo dal 7 al 21 febbraio.
Un paio di giorni fa, il ministro alle Infrastrutture, Paola De Micheli, aveva anticipato il via libera del governo sulla richiesta di confronto avanzata da Anef. Una partita nazionale, certo, ma che vede il Veneto in primissima linea. La piattaforma di richieste è sul modello austriaco: regole più morbide per il tragitto verso le piste e norme rigide su bar e baite perché è sul côté più conviviale dello sci che si nascondono i maggiori rischi di contagio. Stefano Illing si occupa di impianti di risalita per l’area del Lagazuoi e sottolinea come sia importante avere, alla fine della contrattazione, norme omogenee per la montagna «se non altro uniformi per noi, il Trentino e L’alto Adige. Poi... è difficile dire oggi cosa succederà a Natale...ci vorrebbe la sfera di cristallo». Di mezzo, in Veneto, ci sono 80 impianti, 17 imprese, 60 milioni di fatturato senza contare l’indotto e un migliaio di dipendenti diretti.
Il presidente di Anef Veneto, Renzo Minella spiega il lungo lavoro preparatorio sulle regole: «Come Anef nazionale abbiamo inviato alla Conferenza Stato-regioni, al Mit e ai governatori un documento per l’omogeneità delle regole. La faccenda è urgente perché è questo il periodo in cui dobbiamo iniziare a produrre neve, dobbiamo capire quali so
” Minella Ora è urgente fare delle scelte
no le regole di ingaggio». La richiesta è che ci sia una capienza all’80% sulle funivie, mezzi per cui sono un po’ più lente le operazione di sbarco e imbarco e il 100% su cabinovie e seggiovie. «L’uso della mascherina chirurgica è proposto nelle cabinovie mentre per gli altri impianti di risalita all’aperto lo scalda-collo visto che le mascherine, con il vapor acqueo si ghiaccerebbero. - spiega Minella - Ma, soprattutto, stiamo spingendo come Dolomiti Superski per l’acquisto online dei biglietti attraverso la “Mydolomiti Card” con chip che si ricarica da casa e soprattutto a qualsiasi ora. Questo ci consentirebbe di decongestionare le casse. Ovviamente è poi previsto il distanziamento ai tornelli e la massima protezione per i nostri dipendenti». Le casse fisiche sono state già potenziate e in questi giorni vengono installati dei distributori automatici di biglietti su cui basterà arrivare con il codice a barre ottenuto dall’acquisto online. Marco Zardini, presidente dell’associazione di impianti di risalita di Cortina concorda: «La prima cosa è spingere sull’online per i biglietti, cosa che stiamo facendo, poi per tutto il resto dipendiamo dalle scelte del governo. Certo è che ci aspettiamo un indirizzo dagli organi competenti. Noi siamo pronti ad adeguarci con le strutture ricettive, con gli impianti attrezzati».
La sfida sugli sci è cruciale, spiega Marco Michielli, Federalberghi: «Capisco che fare previsioni di 3 mesi sia difficile ma se uniamo alla disgrazia delle città d’arte che sono a rotoli, alle spiagge che hanno chiuso con un meno 50%, anche la montagna che è stata colpita relativamente, fin qui, sarebbe un disastro. I miei, a Belluno, sono tutti preoccupatissimi per le voci incontrollate di lockdown regionali. Parliamo di imprenditori seri che stanno dando tutto perché le piste siano aperte e così gli alberghi ma che non sanno ancora se assumere o no il personale».