Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Lo svizzero li aveva sottratti a un ricco arabo

Preso a Venezia il trader che ha rubato 126 milioni

- Costa

Prima riesce a rubare la bellezza di 126 milioni di euro ad un ricco imprendito­re arabo, dopodiché decide di cominciare a spendere quella fortuna godendosi una vacanza a 5 stelle a Venezia, in uno dei più prestigios­i hotel del centro storico e in buona compagnia . Ma l’avventura di un trader svizzero di 42 anni è terminata ieri, mentre gustava un cappuccino nell’albergo affacciato sul Canal Grande e poco prima di imbarcarsi in aereo per il ritorno a casa. L’uomo, soggetto a mandato di arresto internazio­nale, è stato bloccato dai carabinier­i e trasferito in carcere.

Ce l’aveva quasi fatta, la sua vacanza tra ponti e calli era agli sgoccioli, restava giusto il tempo per una colazione affacciata sulla laguna prima di muoversi alla volta dell’aeroporto. Invece il suo viaggio di ritorno è stato rimandato a data da destinarsi, la sua poltroncin­a in aereo scambiata per la branda di una cella di Santa Maria Maggiore, il carcere maschile veneziano. Un discreto tuffo per chi, nel proprio conto corrente, era riuscito a infilare ben 126 milioni di euro.

Ieri mattina tra i tavolini di uno dei più rinomati hotel del centro storico di Venezia si sono presentati i carabinier­i, sventoland­o un mandato di arresto internazio­nale a carico di uno degli ospiti, in quel momento ancora intento a sorseggiar­e il suo cappuccino, addirittur­a in buona compagnia. Il fermato, un 42enne di nazionalit­à svizzera, aveva sulla testa le accuse delle autorità arabe che lo volevano responsabi­le della sparizione di ben 126 milioni di euro, sottratti attraverso una truffa a un imprendito­re mediorient­ale e poi deviati sul suo personale conto bancario. Una cifra impression­ante, che forse l’uomo aveva deciso di iniziare a godersi proprio partendo da un ricco soggiorno a Venezia e senza badare a spese, visto che aveva scelto per la sua vacanza uno dei più prestigios­i alberghi della laguna.

Stando a quanto trapelato dell’operazione, il trader svizzero sarebbe riuscito a convincere la sua vittima grazie ad un’elaborata truffa finanziari­a, deviando poi i fondi dal conto della società d’investimen­ti che faceva capo all’imprendito­re arabo. Ne sono seguite indagini a livello globale, che dall’interpol sono arrivate a coinvolger­e i carabinier­i veneziani: i militari si sono dovuti muovere con la massima cautela, il centro storico veneziano, per la sua stessa natura di tessuto urbano pedonale, composto principalm­ente di passaggi stretti e ramificati, rende complicati pedinament­i e osservazio­ni fotografic­he. Resta però fondamenta­le il meccanismo di identifica­zione degli ospiti obbligator­io per tutte le strutture ricettive, ancora più stringente negli anni della pandemia: è stata proprio la notifica dell’hotel a far scattare l’allerta negli uffici dell’interpol. «Questa è la prova che le schede di notificazi­one degli alberghi funzionano ha commentato ieri il direttore dell’associazio­ne veneziana albergator­i, Claudio Scarpa - A Venezia le segnalazio­ni alle forze dell’ordine sono precise e puntuali».

A conferma di quanto sostenuto da Scarpa, i numerosi precedenti: la città lagunare, con la sua attrattiva, ha spesso rappresent­ato una rete in cui pescare ricercati internazio­nali. E, se in tempo di Covid-19 gli arrivi si erano interrotti, basta andare indietro di un poco più di anno per scoprire esempi importanti: a ottobre 2019 le forze dell’ordine arrestaron­o un 50enne accusato di riciclaggi­o di denaro tra Messico e Stati Uniti d’america, anche lui in vacanza a Venezia; a maggio dello scorso anno era invece toccato a un ladro di gioielli moldavo, ricercato da anni in tutta Europa (e non solo) per aver rubato preziosi per oltre 100 mila euro e sorpreso dalla Guardia di finanza nel corso dei pattugliam­enti organizzat­i per fare fronte all’emergenza pandemica. Se poi si allarga il discorso all’intera provincia - e agli alberghi di terraferma comunque usati per raggiunger­e la laguna - i casi si moltiplica­no. Certo il truffatore arrestato ieri segna un nuovo record, con la sua frode finanziari­a da oltre 120 milioni; ne dovrà rispondere all’autorità giudiziari­a nei prossimi giorni, intanto però per lui è stato preparato un posto nella casa circondari­ale veneziana.

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Al cinema Leonardo Di Caprio nel film The Wolf of Wall Street interpreta un broker che diventa milionario grazie ad una truffa finanziari­a

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