Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
La senatrice e il bonus, Sernaglia non fa sconti: «Ora paghi i centri a tutti»
Fregolent e il bonus: «Ora paghi i centri estivi per tutti»
SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA
«Cosa fotografa? La (TREVISO) ruggine?». Piazza Martiri della Libertà, le 14 passate da un pugno di minuti, ieri. L’idea è mettere in un’unica inquadratura piazzetta, biblioteca e il municipio dove, fino a due anni fa, era sindaco Sonia Fregolent, la senatrice leghista nella bufera per aver chiesto e ottenuto dal Comune di Sernaglia della Battaglia un bonus di 240 euro da spendere per i centri estivi del figlio. Contributo anti crisi che finisce nelle tasche del politico con 14 mila euro al mese di stipendio: il paese come l’avrà presa? «Questo che fotografa è il monumento al migrante, inaugurato nel ‘67 da papa Luciani, allora nostro vescovo. È in lamiera battuta e si arrugginisce, perché a quei tempi non c’erano i trattamenti. È stato restaurato quattro anni fa per volontà dell’allora sindaco... Il giorno dell’inaugurazione ci hanno detto che era perfetto e questi sono i risultati, naturalmente spendendo i soldi del nostro Comune». Avversario politico? La voce garantisce di no ma chiede l’anonimato: «Per dieci anni mi ha rotto...». Della faccenda del bonus che dice? «Che non commento, perché mi ritengo una persona civile. Era l’unico bonus senza soglia Isee, guarda caso. Dovrebbero dimettersi tutti, anche sindaco, vice e giunta...».
Mare nerissimo sulla sponda sinistra del Piave? Acqua gelida, questo è certo, ma non mancano spruzzi di indulgenza color smeraldo: «Guardi che lei (Fregolent, ndr) è una bellissima persona...». Gelateria Fontanelle: la titolare, dopo un primo «non ho tempo», accetta di fare due parole. «Quando ho avuto bisogno, in un momento di difficoltà, mi ha aiutato». Come sindaco o come amica? «Come sindaco ma la conosco e questa storia del contributo vorrei capirla bene, parlarne con lei. Non la riconosco in questo fatto. Secondo me è stata raggirata...». Ha fatto domanda di bonus e l’ha ottenuto? Dove vede il raggiro? «Magari le hanno detto: “Fai questo così” e poi...». Sede municipale ritoccata non da molto, i balconi sono perfetti; architettura in mattoni a vista e vetro per l’ala nuova, con biblioteca ai piani alti e quattro postazioni per la ricarica delle auto elettriche nel piazzale; profilo contemporaneo e accogliente anche per la scuola elementare, cestini ben vuoti, uno anche per la raccolta dei medicinali scaduti... «Sì - annuisce la gelataia - tutte cose che ha fatto l’ex sindaca».
Fin qui è bianco o nero. La senatrice, all’epoca sindaco tra i più pugnaci nella battaglia per conservare il controllo pubblico (ma anche, indirettamente, del partito, che qui ha municipi su municipi) di Ascopiave nella contesa coi privati nata sulla scia della legge Madia, che impone ai Comuni la cessione delle «partecipate» non funzionali all’amministrazione, sembra lasciare il segno: Odi et amo. «Dovrebbe pagare i centri estivi a tutti i bambini di Sernaglia», dice la titolare dell’ombre Rosse, Giulia Di Girolamo. Dal bar al municipio sono cento metri; nel piazzale di fronte, la chiacchiera al sole di due amici. «Lavoro nel pubblico impiego - spiega Gino - e dico questo. Anche la senatrice è dipendente pubblica (della locale azienda sanitaria, in aspettativa, ndr) e non capisco come abbia potuto fare questo. É tutto lecito, certo, ma non è una cosa simpatica. È questione di opportunità, di dignità legata al ruolo... Diciamo che i miei avi, tutti dipendenti pubblici, di fronte a un fatto simile si rivolterebbero nella tomba». Gino (il vero nome è altro) vuole anche vedere il lato B della medaglia: «La gente critica e critica ancora ma quanti, al posto del nostro ex sindaco oggi, come poteva essere di Berlusconi con le Olgettine vent’anni fa, farebbe davvero molto meglio? Se a Sernaglia si votasse per le amministrative a breve, di questo fatto si conserverebbe memoria o, piuttosto, non sarà semplicemente che i nostri politici sono lo specchio della nostra società?». É proprio quel che pensa l’altro trovato in piazza, Egidio: «È lo specchio pubblico di quel che siamo tutti quanti...». Lapidario.
Mirco Villanova, sindaco di Sernaglia, ieri non era in paese: «Una giornata di decompressione, può capire...». L’umore della senatrice? Vi siete parlati? «Non ci siamo ancora sentiti, non c’è stata occasione». Il partito locale bolle. La «dritta» sul bonus è un caso di fuoco amico contro l’ex primo cittadino? Lega contro Lega? Oppure qualcuno dal palazzo del Comune? «C’è stato un confronto interno alla maggioranza. Non è un mistero che, tra noi, abbiamo avuto opinioni differenti e valutazioni diverse su alcune questioni, ma confido di poter continuare con profitto la nostra esperienza di governo del paese». Sulla vicenda bonus, Villanova aveva già detto: nel chiedere un contributo pubblico «si agisce secondo coscienza». Il presente è una verifica da chiudere: «Farò i miei accertamenti per capire da dove sia partita la “notizia”, certo. Si parla tanto di fonte interna e di personale del municipio ma, mi creda, in questi mesi la minoranza ha fatto parecchi accessi agli atti. Il perimetro della cosa è potenzialmente così vasto...». E il partito che fa? A sentire il commissario provinciale, Gianangelo Bof, provvedimenti su un senatore può disporli solo Matteo Salvini. La Lega veneta, però, è ancora scottata dal «caso Iva» della scorsa estate. I consiglieri regionali Alessandro Montagnoli e Riccardo Barbisan, quindi Gianluca Forcolin, vice di Luca Zaia, chiesero i 600 euro del bonus Inps per il Covid: dei tre, nessuno è stato poi ricandidato.