Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Decine di migliaia a passeggio in centro
Il sindaco di Vicenza Non abbiamo rilevato violazioni, ma tutta questa gente in giro mi preoccupa. I contagi sono in crescita, se non ci diamo una regolata torneremo in arancio
Il picco di affluenza è stato registrato alle 16, ora di punta dell’aperitivo in tempi di Covid e di chiusure anticipate alle 18: a quell’ora, a Venezia si trovavano circa 24 mila persone. Oltre il doppio delle 10 mila rilevate a pranzo. Ed a sorpresa (dati simili erano stati registrati solo nei giorni di Carnevale) i masegni del centro storico, ieri, sono stati «calpestati» da duemila turisti stranieri, prevalentemente francesi, tedeschi e svizzeri. Sono questi i dati raccolti dalla «smart control room» del Tronchetto, in grado di identificare - grazie a telecamere munite di sensori capaci di «agganciare» il segnale degli smartphone, e di capire a quale operatore telefonico siano legati - la provenienza di chi si muove per Venezia. Macrodati, certo, messi insieme nel pieno rispetto della privacy ma comunque in grado di fotografare in tempo reale cosa avviene in città.
Insomma, tanta gente in giro per il capoluogo. Come del resto anche nelle altre, affollatissime piazze del Veneto grazie al bel tempo e alle temperature insolitamente miti. Il clima ideale per gustare un aperitivo all’aperto, sia pure con il rischio di generare assembramenti. E qualche problema, in effetti, c’è stato. Proprio a Venezia, un locale situato nei pressi di Campo Santi Apostoli, a Cannaregio, è stato multato e chiuso per 5 giorni dalla questura perché serviva clienti in piedi al di fuori degli orari consentiti (ossia dopo le 15) causando un assembramento di giovani.
Per quanto riguarda Padova, a decine di migliaia si sono recati in centro prendendo d’assalto bar e ristoranti. Ma i controlli svolti dalle forze dell’ordine, polizia locale in primo luogo, non hanno evidenziato particolari criticità. Solo una ventina di studenti Erasmus (quasi tutti spagnoli, portoghesi e francesi) è stata fatta sgomberare dall’isola Memmia, cuore di Prato della Valle, quand’è scattata la chiusura delle 14 (fino alle 22): «Non sapevamo nulla» hanno spiegato, allontanandosi subito senza tensioni né proteste. Via Umberto I e via Roma sono state rese a senso unico (lo saranno tutti i fine settimana dalle 14 alle 19) per agevolare il deflusso dei pedoni.
A Verona il copione è stato pressoché identico, con folla e le vie Mazzini e Cappello, dove si trova la Casa di Giulietta, rese a senso unico. In piazza Bra, tuttavia, oltre trecento «no-vax» si sono riuniti (o per meglio dire, assembrati) per una manifestazione negazionista organizzata dal «Movimento 3V» ed alla quale è intervenuta la deputata bassanese, ex M5S, Sara Cunial. Fra una strampalata teoria complottista e l’altra si sono visti baci, abbracci, solo una manciata di mascherine ma nessuna sanzione.
Anche in quel di Vicenza non sono state staccate multe. Tantissime le persone in giro, al bar e al ristorante. Ma nonostante la situazione «formalmente» sotto controllo il sindaco Francesco Rucco si è detto «molto preoccupato»: «Se non ci diamo una regolata presto torneremo in arancio», ha esclamato.
Infine, Treviso. Il cuore del capoluogo della Marca, sia al mattino sia - soprattutto - al pomeriggio, è stato un continuo viavai di gente. Al punto da spingere il comandante della polizia locale, Andrea Gallo, a stimare un’affluenza di 85-90 mila persone nell’arco dell’intera giornata. E dai video delle telecamere comunali è emerso come almeno la metà di loro fosse costituita da minorenni, giunti in città soprattutto da fuori con autobus, corriere e treni. Anche in questo caso, tutto sarebbe andato bene. E nessuna multa è stata inflitta.