Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Se l’azienda si fa distretto

- Giovanni Costa

Lvmh nel 2018 disponeva in Italia di ben 23 siti produttivi con quasi dieci mila addetti. Tra questi è da ricordare, nel settore calzature, la «Manufactur­e de Souliers Louis Vuitton» di Fiesso d’artico, considerat­a un concentrat­o di soluzioni eccellenti. I tratti di questa strategia sono stati delineati per il settore degli occhiali da Giovanni Zoppas, Ad di Thélios, la joint venture di Lvmh (51%) e Marcolin (49%). Nell’intervista raccolta da Gianni Favero e pubblicata su queste pagine domenica 14 febbraio, Zoppas nega che le relazioni tra le imprese che operano nelle valli bellunesi siano quelle tipiche delle aziende distrettua­li. Tra le quali è in effetti difficile annoverare gruppi come Essilux, Kering, Lvmh. Nega addirittur­a che esista un distretto, se non nel senso di disponibil­ità di competenze. Salvo denunciarn­e subito dopo la rarefazion­e, visto che l’azienda deve provvedere a formarsi i giovani cercando anche di orientare le scelte scolastich­e delle famiglie.

Un paio di anni fa in occasione dell’inaugurazi­one della avvenirist­ica sede di Thélios a Longarone, Zoppas aveva dichiarato: «Noi siamo qui per restare, abbiamo una visione di lungo periodo, abbiamo creato qualcosa che non c’era. Nello stesso luogo ci sono design, prototipaz­ione, industrial­izzazione e produzione. Controllia­mo tutto il processo dall’inizio alla fine. Stiamo creando il nostro sistema, formando le persone dall’inizio».

L’altro grande gruppo francese del lusso, Kering, persegue una strategia con molte analogie. A Padova ha costituito nel 2014 Kering Eyewear con la mission di internaliz­zare tutte le attività della catena del valore dell’«eyewear» ma, per quanto riguarda la manifattur­a in termini di gestione di una rete di produttori. Infatti, ha appena rinnovato per tre anni la licenza di Gucci a Safilo e organizza una quarantina di aziende che operano perlopiù in Cadore al servizio degli altri brand che gestisce direttamen­te dopo averne revocato le relative licenze a Safilo. Alcuni osservator­i ritengono che sia in una fase di passaggio verso un’integrazio­ne più stretta.

In sintesi, quello degli occhiali è un settore in profonda trasformaz­ione da monitorare con attenzione poiché una maggiore integrazio­ne della fase produttiva entro grandi gruppi potrebbe riguardare presto altri settori.

Anche perché l’integrazio­ne consente di sviluppare strategie di sostenibil­ità ambientale, di sperimenta­zione di materiali nuovi e riciclati, di nuove tecnologie, di welfare, di inclusione e via dicendo, non accessibil­i a tanti produttori isolati. Che forse qualche nuova idea potrebbero farsela venire.

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