Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
SALUTE BENESSERE? NEL CIBO
L’allarme di Giuseppe Remuzzi: «Tre miliardi di persone si nutrono troppo, poco o male» La sfida di Carlo Foresta: «Serve prevenzione»
«La popolazione umana è più in salute di quanto non lo sia mai stata. Nel secondo dopoguerra, l’aspettativa di vita alla nascita è aumentata da meno di 50 anni a più di 70. Nello stesso periodo, la proporzione di persone che vivevano in condizioni di povertà si è ridotta a meno di un terzo di quella originaria. Nel 1970, nel mondo, morivano 17 milioni di bambini prima dei 5 anni, nel 2000 sono diventati meno di 10 milioni. Ma per raggiungere questi risultati abbiamo sfruttato le risorse del nostro pianeta a una velocità senza precedenti». Giuseppe Remuzzi, uno dei migliori ricercatori italiani e vicepresidente dell’italian institute for planetary health inquadra così il momento storico sui temi della salute e del benessere. Certo, molto c’è da fare, sebbene ad esempio il numero di morti per malaria sia sceso del 60% a partire dal 2000. E il percorso è lungo. Anche perché il contesto più ampio: formazione e sicurezza alimentare influenzano l’efficacia dei programmi di assistenza sanitaria.
Carlo Foresta, membro del consiglio superiore di sanità e direttore Uoc di Andrologia e medicina della riproduzione pone l’accento anche sulla denatalità e sull’incremento dell’infertilità. «L’inquinamento ambientale e l’incremento di temperatura del pianeta giocano un ruolo negativo soprattutto sulla fertilità dell’uomo, è assolutamente necessario che oltre alle politiche green e di attenzione alla salute ecologica del pianeta ci sia anche un’immediata comunicazione e una politica di prevenzione della fertilità del maschio, Questo perché a differenza di quanto accade nella donna l’uomo non ha nessun segnale di alterazione della sua fertilità sino a quando non cerca un figlio ma in realtà i danni si producono nel tempo ed è necessario intervenire prima che siano irreversibili. La donna dall’adolescenza è abituata a periodiche valutazioni dello stato di salute: visite ginecologiche, prevenzione dei tumori dell’utero e del seno, dell’osteoporosi, delle complicanze della menopausa. Nell’uomo non esiste un percorso di prevenzione, il che comporta una maggiore frequenza di obesità, ipertensione e diabete».
Oggi si muore più di cattiva alimentazione che di droga, fumo, alcol e rapporti sessuali a rischio messi insieme. «Più di 80.000 casi di cancro negli adulti statunitensi sono stati associati a una dieta non ottimale e questi rappresentano il 5,2 % di tutti i nuovi casi di cancro nel 2015», spiega ancora Remuzzi. «Inoltre, sulla Terra vivono 7 miliardi di persone, di cui 3 miliardi non si nutrono adeguatamente, perché si nutrono troppo, troppo poco o male. Fornire diete sane da sistemi alimentari sostenibili è una sfida immediata in quanto la popolazione continua a crescere. Il cibo è quindi una questione determinante del nostro secolo».
Anche per questo Remuzzi ha fondato l’italian institute for planetary health, un istituto internazionale, che promuove la ricerca scientifica con l’obiettivo di identificare i nutrienti che hanno maggiore impatto sulla longevità e sulla salute, con una attenzione alla sostenibilità e all’impatto degli alimenti e della loro produzione sull’ambiente. «Studiamo anche l’impatto dell’alimentazione sull’insorgenza o progressione di malattie: epilessia, Sla, ictus, depressione, malattie cardiovascolari, tumori», conclude Remuzzi. «Stiamo sviluppando modelli in silicio, in vitro, in vivo e nell’uomo anche con l’impiego delle migliori tecnologie a disposizione (genomica, big data, intelligenza artificiale) con l’obiettivo di stabilire il rapporto tra diversi componenti alimentari e le malattie oggetto di studio».
Strade
Diete sane e cibi sostenibili: quello che mangiamo è una questione determinante nel nostro secolo
Punti di crisi L’inquinamento e l’incremento della temperatura giocano un ruolo negativo sulla fertilità dell’uomo