Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Assegno unico per i figli a carico ne ha diritto anche un solo genitore
Accolto il ricorso in tribunale di una madre single. Adl Cobas: «Sentenza storica»
Sentenza storica, quella arrivata nei giorni scorsi a Padova, in una causa intentata da una madre single all’inps per l’assegno unico universale. Il nodo del contendere erano i 30 euro mensili a figlio che l’istituto di previdenza si era rifiutato di assegnare, specificando che il bonus sarebbe stato erogato soltanto ai nuclei familiari vedovili, tenendo conto della loro maggiore fragilità. La donna, che ha deciso di avviare un’azione legale rivolgendosi ad Adl Cobas e allo studio legale guidato dall’avvocato Giacomo Gianolla, è arrivata in tribunale a Padova e, con la sentenza numero 57 e 58/2024, ha visto riconoscere i propri diritti retroattivamente rispetto alla data del pronunciamento del giudice: «Una vittoria storica — spiega Adela Karapici, in rappresentanza di Adl Cobas — che ci auguriamo possa aprire la strada ad ulteriori ricorsi legali di altre donne nella stessa situazione».
«In Italia — prosegue — secondo gli ultimi dati Istat pubblicati, i nuclei familiari monogenitoriali con almeno un figlio minore sono un milione e 39 mila. A Padova città l’ultimo dato aggiornato parla di 3.767 nuclei in questa situazione. Non è per l’importo in sé, comunque non risibile considerato il fatto che va calcolato per ogni figlio a carico, ma era proprio una questione di principio. Se un nucleo vedovile è considerato fragile, una donna con uno o due figli a carico, una ragazza madre o figure femminili o maschili in questa situazione non lo sono forse allo stesso modo? L’importo viene calcolato a seconda del valore dell’isee, sempre tenendo conto di un reddito complessivo inferiore ai 25 mila euro».
L’avvocato Giacomo Gianolla, che è riuscito a vincere la causa, ma che non esclude che l’inps possa fare ricorso, spera che questa sia una causa pilota: «Il mondo cambia — evidenzia — e non tutte le famiglie sono quella tradizionalmente intesa. In questo specifico caso, se è vero che la legge agisce in tutela del minore, era mai possibile accettare una situazione simile in quello che riteniamo una vera e propria ingiustizia? In una delle faq presenti sul sito dell’inps, nel dicembre 2023 alla domanda “Sono una ragazza madre, posso chiedere la maggiorazione dell’assegno unico?”, l’inps risponde: “Sì, la ragazza in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa vigente può richiedere tutte le maggiorazioni spettanti, ad eccezione di quella per i genitori entrambi titolari di redditi da lavoro».
«Vedendo queste discrepanze — ha spiegato l’avvocato — e ritenendola una discriminazione bella e buona nei confronti di famiglie composte da un solo genitore, abbiamo deciso di entrare in azione e di intentare causa. Il giudice ci ha dato ragione, riconoscendo la legittimità della nostra richiesta». La normativa Inps per questa maggiorazione, infatti, prevede attualmente che ci siano entrambi i genitori e che siano entrambi lavoratori. In alternativa, la riconosce come spiegato ai nuclei vedovili: «Questa causa vinta — chiude Karapici — rappresenta un tassello importante nel percorso per il riconoscimento dei diritti delle famiglie più fragili e, in particolare, delle donne che quotidianamente devono affrontare tutte le difficoltà derivanti dal crescere i figli da sole. La nostra battaglia non si ferma con queste due vittorie, ma mira a modificare la legge e, per questo, invitiamo tutte le persone che hanno subito questa discriminazione a rivolgersi ai nostri sportelli per presentare una nuova causa all’inps».