Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Drogato provocò schianto in moto Assolto per il test senza l’avvocato
La sentenza d’appello ribalta la condanna in primo grado
In sella alla sua moto sotto l’effetto di stupefacenti, nel luglio 2019 un centauro rodigino causò un incidente. Condannato a fine 2022, in primo grado, per guida in stato di alterazione psicofisica, nei giorni scorsi è stato assolto in Appello. Motivo? Il rodigino (avvocato Marco Seppi), al momento dei prelievi di sangue, non è stato informato che avrebbe potuto contattare un proprio legale di fiducia.
I fatti per cui M.B. 44enne, è stato assolto in Appello risalgono al 29 luglio 2019 a Sant’angelo a Piove di Sacco (Padova). Verso le 12 di quel giorno il rodigino, in sella ad uno scooterone «Yamaha», tamponò un’auto in via San Paolo rimanendo ferito mentre automobilista se la cavò incolume.
Alle 12.46, quindi poco dopo lo schianto, il centauro venne sottoposto ai prelievi del sangue e poi accompagnato in ospedale per le lesioni riportate nella caduta dallo scooterone.
Dal prelievo emerse che il rodigino nelle ore precedenti aveva assunto cocaina e codeina. Indagato per guida in stato in stato di alterazione psicofisica, M.B. nel dicembre 2022 viene condannato — in primo grado a Padova — a sei mesi di reclusione (pena sospesa) oltre a una multa da 2.000 euro e il ritiro della patente.
M.B. appella la condanna e i giudici veneziani di secondo grado lo assolvono perché, al momento del prelievo di sangue, non è stato informato della facoltà di farsi assistere dall’avvocato di fiducia. Un fatto che, rilevano i giudici di secondo grado, determina la nullità del valore probatorio del prelievo: in questi casi le Forze dell’ordine hanno l’obbligo di informare che esiste questa facoltà.