Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Via Campagnola, Mapelli inaugura i nuovi spazi del Bo Studentato nel 2026
Va via via completandosi il polo didattico dell’università in via Campagnola, destinato a diventare uno dei fiori all’occhiello dell’ateneo. Dopo il taglio del nastro del 2 ottobre scorso, quando vennero ufficialmente messe a disposizione due nuove grandi aule da 250 posti, ieri è stata inaugurata non solo la terza sorella gemella, ma anche un’altra aula da 40 posti oltre a due aule studio, una sala di coworking e una common room, ovvero uno spazio di socializzazione in cui gli studenti possono anche consumare i loro pasti. Il tutto con un occhio di riguardo non solo all’ambiente e alla sostenibilità, ma anche alla cittadinanza: con l’occasione, infatti, è stato aperto il passaggio pedonale pubblico che attraversa il complesso tra via Campagnola e via Canal e che consentirà ai residenti del quartiere di risparmiare un bel po’ di strada.
Durante la visita guidata ai nuovi spazi la rettrice
Daniela Mapelli appare raggiante:
«Spesso definiamo la nostra università un campus diffuso, e questo ne è decisamente un esempio lampante in quanto è a tutti gli effetti un complesso che vive nella città e sorge sulle ceneri di una zona che era fatiscente e abbandonata. Senza dimenticare che siamo in un luogo speciale: oltre a esservi presente un cimitero ebraico, che non abbiamo, nel corso degli scavi abbiamo rinvenuto la più vasta necropoli romana mai trovata a Padova, con 220 sepolture». Un aspetto che tocca da vicino sia Adolfo Locci, rabbino capo della comunità ebraica di Padova («In questo modo l’intangibilità delle persone incontra l’intangibilità della cultura, che deve essere esclusivamente finalizzata al bene umano») che il Soprintendente Vincenzo Tiné, che si complimenta con un’università che «continua a piantare bandiere cremisi in tutta la città». Ora, come detto, manca solo un ultimo tassello, come spiegano il direttore generale Alberto Scuttari e il prorettore all’edilizia Carlo Pellegrino: «Nell’edificio adiacente a quelli già riqualificati e che a breve provvederemo a restaurare (sarà pronto nel 2026, ndr) verrà realizzato non solo uno studentato da circa 80 posti letto ma anche altre aule didattiche, che porteranno a far gravitare nell’area oltre mille studenti. Finora sono stati spesi 9,6 milioni di euro comprese le attività propedeutiche, il tutto finanziato al 60% da fondi ministeriali, e per lo studentato spenderemo altri 8 milioni di euro».
La rettrice «Quest’area è l’esempio lampante del campus diffuso e sorge sulle ceneri di una zona che era fatiscente e abbandonata»