Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Chiesta la mediazione del prefetto Ma sull’iras i sindacati si dividono

La Cgil e la Uil proclamano lo stato di agitazione, la Cisl si sfila

- Antonio Andreotti

Sullo stato d’agitazione per fermare la privatizza­zione di «Iras», l’ente che gestisce la Casa di riposo cittadina con 260 ospiti e circa 180 lavoratori, Cgil e Uil Funzione pubblica vanno da una parte, Cisl dall’altra. Cgilfp e Uil-fpl hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione dei lavoratori «Iras» e di formalizza­re la richiesta di attivazion­e della procedura di «raffreddam­ento» e conciliazi­one davanti al prefetto Clemente Di Nuzzo.

«I lavoratori sono preoccupat­i per le incognite legate a questa nuova e insolita forma di privatizza­zione di un servizio pubblico, con l’intento evidente di scaricare la situazione debitoria dell’ente sulle spalle delle maestranze, comprimend­one diritti e retribuzio­ni» spiegano per le due sigle Davide Benazzo della Cgil e Cristiano Pavarin della Uil.

Non è d’accordo la Cisl Funzione pubblica che, con Franco Maisto, spiega come «la richiesta unitaria da parte nostra di riapertura del tavolo in Prefettura è per noi sufficient­e».

Il piano di risanament­o di «Iras» prevede l’affidament­o dell’ente ai privati per un periodo di almeno 12 anni, tramite gara. «Iras» incasserà dall’affidatari­o un affitto col quale pagherà le manutenzio­ni del fabbricato a San Bortolo, che resta di sua proprietà e parte della struttura amministra­tiva.

I debiti dell’ente, oltre 10 milioni di euro, saranno pagati con la vendita della palazzina che oggi ospita «AS2» ed è valutata almeno un milione di euro e con un acconto sul valore dell’ente.

Dissidio Il «sindacato bianco»: sufficient­e la richiesta di riapertura delle trattative

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