Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Chiesta la mediazione del prefetto Ma sull’iras i sindacati si dividono
La Cgil e la Uil proclamano lo stato di agitazione, la Cisl si sfila
Sullo stato d’agitazione per fermare la privatizzazione di «Iras», l’ente che gestisce la Casa di riposo cittadina con 260 ospiti e circa 180 lavoratori, Cgil e Uil Funzione pubblica vanno da una parte, Cisl dall’altra. Cgilfp e Uil-fpl hanno deciso di dichiarare lo stato di agitazione dei lavoratori «Iras» e di formalizzare la richiesta di attivazione della procedura di «raffreddamento» e conciliazione davanti al prefetto Clemente Di Nuzzo.
«I lavoratori sono preoccupati per le incognite legate a questa nuova e insolita forma di privatizzazione di un servizio pubblico, con l’intento evidente di scaricare la situazione debitoria dell’ente sulle spalle delle maestranze, comprimendone diritti e retribuzioni» spiegano per le due sigle Davide Benazzo della Cgil e Cristiano Pavarin della Uil.
Non è d’accordo la Cisl Funzione pubblica che, con Franco Maisto, spiega come «la richiesta unitaria da parte nostra di riapertura del tavolo in Prefettura è per noi sufficiente».
Il piano di risanamento di «Iras» prevede l’affidamento dell’ente ai privati per un periodo di almeno 12 anni, tramite gara. «Iras» incasserà dall’affidatario un affitto col quale pagherà le manutenzioni del fabbricato a San Bortolo, che resta di sua proprietà e parte della struttura amministrativa.
I debiti dell’ente, oltre 10 milioni di euro, saranno pagati con la vendita della palazzina che oggi ospita «AS2» ed è valutata almeno un milione di euro e con un acconto sul valore dell’ente.
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