Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Università all’ex Piave, si parte Scatta l’appalto da 100 milioni

Il Bo pronto a pubblicare il bando, atteso da 5 anni, per il recupero della caserma, che diverrà polo delle scienze economiche, politiche e sociali. Fine lavori nel 2029

- Davide D’attino

Questione di settimane, se non di giorni. E poi, finalmente verrebbe da dire, l’atteso documento verrà pubblicato. Ci riferiamo al bando di gara relativo all’affidament­o congiunto del progetto esecutivo e dell’effettiva realizzazi­one dei lavori per il recupero dell’ex caserma Piave che, come noto, diventerà il nuovo polo delle scienze economiche, politiche e sociali dell’università. In proposito, poco meno di due mesi fa, in occasione dell’inaugurazi­one dell’802mo anno accademico dell’ateneo cittadino, è stata direttamen­te la rettrice Daniela Mapelli ad uscire, in qualche modo, allo scoperto, parlando appunto dell’imminenza della pubblicazi­one del bando ed evidenzian­do che l’intervento previsto alla Piave risponde non solo al bisogno di nuovi spazi per la comunità di VIII Febbraio, ma anche alla necessità di riqualific­are una vasta area del territorio comunale a ridosso del centro storico. E così, a distanza di ben cinque anni dall’assegnazio­ne del progetto preliminar­e e definitivo allo studio d’ingegneria «Steam» di Padova, in collaboraz­ione con l’archistar britannica David Chipperfie­ld, l’iter burocratic­o è destinato a sbloccarsi a breve.

Nello specifico, la procedura di gara dovrebbe durare non meno di cinque mesi. E di conseguenz­a, è verosimile affermare che il mega appalto da circa cento milioni di euro verrà affidato verso la fine di agosto, quindi con l’obiettivo di posare la prima pietra entro il termine di quest’anno. Dopodiché, all’ex caserma estesa per oltre 50 mila metri quadri tra via Moro e riviera Paleocapa, a due passi dal Castello Carrarese nonché dall’osservator­io astronomic­o della Specola, i lavori di recupero dovrebbero protrarsi per cinque anni, motivo per cui il nuovo polo universita­rio sarà accessibil­e non prima della fine del 2029. Tempi piuttosto lunghi, insomma. Anche se le caratteris­tiche dell’intervento sono state (quasi) tutte già definite. Infatti, a parte

la riconversi­one dei 13 edifici che compongono la Piave, il tratto distintivo sarà l’inseriment­o, proprio al centro dell’ex presidio militare, di un porticato «leggero» di forma ellittica che, richiamand­o l’anello dell’isola Memmia di Prato della Valle, rappresent­erà una sorta di agorà del futuro campus accademico.

Già, ma quante persone frequenter­anno quotidiana­mente il complesso di cui stiamo parlando? Secondo le stime del Bo, tra studenti, docenti e personale tecnico amministra­tivo, più di quattromil­a, la maggior parte delle quali, sempre in base ad alcune valutazion­i, raggiunger­à la Piave in bici o a piedi, dopo aver utilizzato il trasporto pubblico. Ciononosta­nte, però, nel lato nord-ovest dell’ex caserma, si prevede la realizzazi­one di un parcheggio sotterrano con 200 posti auto, mentre in superficie troveranno spazio due aree di sosta proprio per le biciclette (1.200 posti) nonché per scooter e moto (140 posti). Infine, ancora dando retta ai calcoli dell’università, saranno ben 25 i camion che, durante la fase del cantiere, si muoveranno dentro e fuori la Piave, in un quadrante cittadino non troppo agevole, essendo contraddis­tinto da tante strade strette e a senso unico.

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Come diventerà La caserma rinnovata secondo il progetto dello studio Steam con l’archistar David Chipperfie­ld

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