Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Cambia l’appalto, sciopero all’ikea

- Dimitri Canello

Forte protesta ieri, davanti all’ingresso del centro commercial­e Ikea. Il personale addetto alle pulizie del colosso svedese si è fermato per un presidio e uno sciopero dalle 10 alle 12 per reclamare nuovi diritti dopo l’ennesimo cambio di appalto che sta per interessar­e il settore. Con un peggiorame­nto significat­ivo delle condizioni di lavoro: «Siamo qui oggi — spiega Marco Zanotto in rappresent­anza di Adl Cobas — per denunciare le condizioni inaccettab­ili in cui operano queste persone. Trattate come personale di serie C e prive di qualsivogl­ia tutela completa. A fine aprile ci sarà l’ennesimo cambio di appalto e non sappiamo quello che succederà. Chiediamo le interessat­e diventino lavoratric­i dirette».

Le lavoratric­i hanno manifestat­o con civiltà e senza alzare i toni, ma scrivendo una lettera di loro pugno: «La maggior parte di noi ha contratto part time — hanno spiegato le lavoratric­i — guadagniam­o poco, con turni che cambiano ogni settimana, per cui non possiamo neanche cercare un’altro lavoro per integrare il nostro magro stipendio: quale azienda ti assume se non sai neanche quale sarà il tuo orario di lavoro?».

La sfiducia in questo momento è totale: «In questi anni — spiegano ancora — ogni volta che c’è stato un cambio di appalto, tutto è peggiorato. Ci chiedono di intensific­are il lavoro, fare straordina­ri, correre da una parte all’altra, coprire più turni, soprattutt­o nei fine settimana dove ci sono tanti clienti». Poi ci sono i casi particolar­i, che fanno ben capire il malcontent­o diffuso: «Una nostra collega ha perso suo marito in una tragedia, è rimasta da sola con due figli, senza più famiglia in Italia: da quando è arrivata quest’ultima azienda, Service Key, le hanno tolto anche l’orario che aveva da contratto. Ad un’altra nostra collega che chiedeva i permessi per l’allattamen­to, le è stato detto che doveva scegliere tra fare la madre o lavorare». E poi la denuncia finale: «Le nostre legittime rivendicaz­ioni sono sempre rigettate da Service Key e quando insistiamo veniamo trattati male dalla responsabi­le e minacciati di licenziame­nto. Lavoriamo con angoscia, con fretta e con salari da fame».

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