Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Cambia l’appalto, sciopero all’ikea
Forte protesta ieri, davanti all’ingresso del centro commerciale Ikea. Il personale addetto alle pulizie del colosso svedese si è fermato per un presidio e uno sciopero dalle 10 alle 12 per reclamare nuovi diritti dopo l’ennesimo cambio di appalto che sta per interessare il settore. Con un peggioramento significativo delle condizioni di lavoro: «Siamo qui oggi — spiega Marco Zanotto in rappresentanza di Adl Cobas — per denunciare le condizioni inaccettabili in cui operano queste persone. Trattate come personale di serie C e prive di qualsivoglia tutela completa. A fine aprile ci sarà l’ennesimo cambio di appalto e non sappiamo quello che succederà. Chiediamo le interessate diventino lavoratrici dirette».
Le lavoratrici hanno manifestato con civiltà e senza alzare i toni, ma scrivendo una lettera di loro pugno: «La maggior parte di noi ha contratto part time — hanno spiegato le lavoratrici — guadagniamo poco, con turni che cambiano ogni settimana, per cui non possiamo neanche cercare un’altro lavoro per integrare il nostro magro stipendio: quale azienda ti assume se non sai neanche quale sarà il tuo orario di lavoro?».
La sfiducia in questo momento è totale: «In questi anni — spiegano ancora — ogni volta che c’è stato un cambio di appalto, tutto è peggiorato. Ci chiedono di intensificare il lavoro, fare straordinari, correre da una parte all’altra, coprire più turni, soprattutto nei fine settimana dove ci sono tanti clienti». Poi ci sono i casi particolari, che fanno ben capire il malcontento diffuso: «Una nostra collega ha perso suo marito in una tragedia, è rimasta da sola con due figli, senza più famiglia in Italia: da quando è arrivata quest’ultima azienda, Service Key, le hanno tolto anche l’orario che aveva da contratto. Ad un’altra nostra collega che chiedeva i permessi per l’allattamento, le è stato detto che doveva scegliere tra fare la madre o lavorare». E poi la denuncia finale: «Le nostre legittime rivendicazioni sono sempre rigettate da Service Key e quando insistiamo veniamo trattati male dalla responsabile e minacciati di licenziamento. Lavoriamo con angoscia, con fretta e con salari da fame».