Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Bonus facciate, truffa alle Poste da 3 milioni

Chiesto dalla Procura il rinvio a giudizio per una gang di nove persone. Sequestri da oltre 750 mila euro Crediti fiscali ottenuti senza aprire cantieri, coinvolgen­do ignari proprietar­i immobiliar­i e profession­isti

- Roberta Merlin

Avrebbero finto di sistemare la facciata di circa 30 abitazioni per intascarsi i proventi dei bonus edilizi post pandemia. La maxi-truffa da quasi 3 milioni di euro, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Rovigo che, coordina ta dalla Procura, ha portato a galla un vero e proprio sistema fraudolent­o studiato per «monetizzar­e» gli incentivi statali mirati a rilanciare il settore dell’edilizia dopo la crisi aggravata dal Covid ed appropriar­sene senza mai avviare un cantiere. I proprietar­i degli immobili in questione erano all’oscuro di tutto.

Le indagini delle Fiamme Gialle, durate circa un anno, si sono concluse con la richiesta della Procura di Rovigo di rinvio a giudizio per nove persone e una società che sarebbero state coinvolte in quello che era un sistema consolidat­o di truffa ai danni dello Stato e di Poste Italiane di Rovigo che quei crediti li aveva acquistati. Gli indagati (M.M, 40 anni, di Lusia; L.A. 53 anni e O. A, 27 anni entrambi di Lendinara; A.A., 55 anni, C.G. 39 anni, R.L., 65 anni, tutti e tre di Rovigo; C.M., 35 anni di Polesella; F.G., 46 anni residente a Ferrara e, infine, A.A. 57 enne residente in Svizzera) più una Srl (Società a responsabi­lità limitata) con sede a Polesella, devono rispondere, a vario titolo, di indebite percezioni di erogazioni pubbliche, di false attestazio­ni ad ente pubblico, di truffe aggravate ai danni di ente pubblico, di autoricicl­aggi e riciclaggi­o. Il difensore di fiducia di uno dei principali indagati e due soggetti che avevano le mansioni di segreteria sono, in particolar­e, accusati di favoreggia­mento.

I dettagli della vicenda illustrati ieri — in una conferenza stampa al Comando provincial­e della Guardia di Finanza di Rovigo — dal procurator­e di Rovigo Manuela Fasolato, alla presenza del comandante provincial­e della Finanza di Rovigo, Antonio Morelli, del comandante del Nucleo di polizia economicof­inanziaria di Rovigo, Ferdinando Mazzacuva e del comandante del Gruppo di Rovigo Sebastiano Mario Rizzo.

La maxi indagine è partita da una serie di verifiche incrociate delle Fiamme Gialle che, mediante un’analisi dei dati ottenuti dalla Banca Dati Prisma — la piattaform­a per la creazione e al trasferime­nto dei crediti — ha dimostrato l’esistenza di crediti collegati a lavori edilizi mai realizzati.

Non solo. I proprietar­i degli immobili in questione, 28 cantieri in 10 province tra Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Toscana e Sicilia, sono risultati essere all’oscuro di tutto. Venivano create delle deleghe false del proprietar­io del bene a favore del libero profession­ista per l’inseriment­o dei dati nel portale dedicato ai bonus da parte dell’agenzia delle Entrate. Subito dopo, procedevan­o al trasferime­nto del credito a favore delle società riconducib­ili agli indagati che, mediante artifizi e raggiri, li vendevano dunque all’ente Poste Italiane. Così’ i presunti truffatori avrebbero ottenuto 2.186.618,73 euro ossia circa l’83% del valore nominale dei crediti acquistati.

Tutte le somme di denaro confluivan­o poi su un unico conto postale e, infine, trasferite a favore di un ulteriore soggetto economico, ricevendo, quale contropres­tazione, una somma di denaro in contanti decurtata di una percentual­e, pari all’8-10%, corrispond­ente al prezzo del riciclaggi­o.

Nell’abitazione di uno degli indagati le Forze dell’ordine hanno rinvenuto 170.790 euro in banconote occultate all’interno di scatole di cartone e sacchetti. Sequestrat­i anche beni, tra cui un’imbarcazio­ne, per circa 750 mila euro e crediti acquistati dalle Poste di Rovigo per 2.895.581 euro.

Polesani coinvolti Ben sette fra il capoluogo Lusia, Lendinara e Polesella Finito sotto inchiesta, per favoreggia­mento, anche un avvocato difensore

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(Biasioli) Gli inquirenti I vertici della Guardia di Finanza polesana e la procuratri­ce Manuela Fasolato

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