Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Bonus facciate, truffa alle Poste da 3 milioni
Chiesto dalla Procura il rinvio a giudizio per una gang di nove persone. Sequestri da oltre 750 mila euro Crediti fiscali ottenuti senza aprire cantieri, coinvolgendo ignari proprietari immobiliari e professionisti
Avrebbero finto di sistemare la facciata di circa 30 abitazioni per intascarsi i proventi dei bonus edilizi post pandemia. La maxi-truffa da quasi 3 milioni di euro, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Rovigo che, coordina ta dalla Procura, ha portato a galla un vero e proprio sistema fraudolento studiato per «monetizzare» gli incentivi statali mirati a rilanciare il settore dell’edilizia dopo la crisi aggravata dal Covid ed appropriarsene senza mai avviare un cantiere. I proprietari degli immobili in questione erano all’oscuro di tutto.
Le indagini delle Fiamme Gialle, durate circa un anno, si sono concluse con la richiesta della Procura di Rovigo di rinvio a giudizio per nove persone e una società che sarebbero state coinvolte in quello che era un sistema consolidato di truffa ai danni dello Stato e di Poste Italiane di Rovigo che quei crediti li aveva acquistati. Gli indagati (M.M, 40 anni, di Lusia; L.A. 53 anni e O. A, 27 anni entrambi di Lendinara; A.A., 55 anni, C.G. 39 anni, R.L., 65 anni, tutti e tre di Rovigo; C.M., 35 anni di Polesella; F.G., 46 anni residente a Ferrara e, infine, A.A. 57 enne residente in Svizzera) più una Srl (Società a responsabilità limitata) con sede a Polesella, devono rispondere, a vario titolo, di indebite percezioni di erogazioni pubbliche, di false attestazioni ad ente pubblico, di truffe aggravate ai danni di ente pubblico, di autoriciclaggi e riciclaggio. Il difensore di fiducia di uno dei principali indagati e due soggetti che avevano le mansioni di segreteria sono, in particolare, accusati di favoreggiamento.
I dettagli della vicenda illustrati ieri — in una conferenza stampa al Comando provinciale della Guardia di Finanza di Rovigo — dal procuratore di Rovigo Manuela Fasolato, alla presenza del comandante provinciale della Finanza di Rovigo, Antonio Morelli, del comandante del Nucleo di polizia economicofinanziaria di Rovigo, Ferdinando Mazzacuva e del comandante del Gruppo di Rovigo Sebastiano Mario Rizzo.
La maxi indagine è partita da una serie di verifiche incrociate delle Fiamme Gialle che, mediante un’analisi dei dati ottenuti dalla Banca Dati Prisma — la piattaforma per la creazione e al trasferimento dei crediti — ha dimostrato l’esistenza di crediti collegati a lavori edilizi mai realizzati.
Non solo. I proprietari degli immobili in questione, 28 cantieri in 10 province tra Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Toscana e Sicilia, sono risultati essere all’oscuro di tutto. Venivano create delle deleghe false del proprietario del bene a favore del libero professionista per l’inserimento dei dati nel portale dedicato ai bonus da parte dell’agenzia delle Entrate. Subito dopo, procedevano al trasferimento del credito a favore delle società riconducibili agli indagati che, mediante artifizi e raggiri, li vendevano dunque all’ente Poste Italiane. Così’ i presunti truffatori avrebbero ottenuto 2.186.618,73 euro ossia circa l’83% del valore nominale dei crediti acquistati.
Tutte le somme di denaro confluivano poi su un unico conto postale e, infine, trasferite a favore di un ulteriore soggetto economico, ricevendo, quale controprestazione, una somma di denaro in contanti decurtata di una percentuale, pari all’8-10%, corrispondente al prezzo del riciclaggio.
Nell’abitazione di uno degli indagati le Forze dell’ordine hanno rinvenuto 170.790 euro in banconote occultate all’interno di scatole di cartone e sacchetti. Sequestrati anche beni, tra cui un’imbarcazione, per circa 750 mila euro e crediti acquistati dalle Poste di Rovigo per 2.895.581 euro.
Polesani coinvolti Ben sette fra il capoluogo Lusia, Lendinara e Polesella Finito sotto inchiesta, per favoreggiamento, anche un avvocato difensore