Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Borse di studio il Pd denuncia: «Mancano 22 milioni»
«Siamo di fronte a una situazione drammatica, e non so davvero come si possa trovare una soluzione in tempi rapidi»: è racchiusa tutta in questa frase la preoccupazione di Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, in relazione alla questione delle borse per gli studenti universitari e degli idonei non beneficiari in Veneto. I quali, come evidenzia la stessa Camani «sono molti, per la precisione 4.750 al momento, con la Regione che dovrebbe mettere altri 22 milioni di euro per pagare le borse di studio ancora scoperte». La capogruppo del Pd mette in fila una serie di cifre per eviscerare ulteriormente la problematica, partendo da un concetto: «Il diritto allo studio universitario è una competenza esclusiva della Regione, ma la prima fonte di finanziamento è lo Stato, che eroga un fondo integrativo nazionale che ha consentito al Veneto di ricevere poco meno di 18 milioni di euro tanto quest’anno che nel 2023. Ed è solo l’inizio: prendendo sempre il 2023 come punto di riferimento, infatti, non solo grazie al Pnrr sono arrivati altri 13 milioni di euro (tale fetta quest’anno è salita a 14,7 milioni di euro, ndr), ma ad ottobre la Regione è andata a battere ulteriormente cassa al Governo incassando oltre 11 milioni di finanziamenti extra, che hanno permesso di coprire le borse di studio dello scorso anno accademico». I calcoli di Vanessa Camani non terminano qui: «Tra le tasse che gli studenti pagano e i fondi che le singole Università stanziano pur non essendo obbligatoriamente tenute quest’anno ci sono a disposizione altri 28,6 milioni di euro, ma non bastano. E la Regione? Ha finora messo 8,1 milioni di euro, circa mezzo milione in meno del 2023: giusto per fare un paragone, l’emilia Romagna ha invece destinato 43,5 milioni di euro, finanziando così tutte le borse di studio. Il problema è che ad oggi non vediamo all’interno del bilancio regionale i margini per poter intervenire velocemente, quindi lanciamo un appello all’assessore Donazzan: concentri meno impegni sulla campagna elettorale per metterne di più su ciò di cui dovrebbe farsi carico». Peraltro Andrea Zanoni, consigliere regionale Pd, fornisce una possibile soluzione: «I 22 milioni di euro mancanti ci sarebbero già, in realtà: basterebbe che la Regione applicasse la convenzione siglata per la realizzazione della Pedemontana Veneta e chiedesse indietro i soldi che ha indebitamente versato alla società Sis».