Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Molestò due ragazze di 12 e 13 anni vicino condannato a quattro anni

L’uomo dovrà anche risarcire la famiglia con ventimila euro

- Antonio Andreotti

Approfitta­ndo del fatto di essere un vicino di casa ha molestato sessualmen­te due giovanissi­me sorelle non ancora quattordic­enni. Le molestie si sono consumate da fine estate 2017 a metà marzo 2020, quando ci fu il lockdown nazionale per il Covid19. Un 66enne residente in un comune altopolesa­no, C.D.O., è stato condannato dal collegio a 4 anni di reclusione ed al risarcimen­to di 5.000 euro a testa ai genitori delle vittime (parte civile avvocato Riccardo Venturi) ed a 10.000 euro a testa alle due minori. L’accusa aveva chiesto 3 anni e 6 mesi di condanna.

I fatti contestati sono tutti avvenuti nell’appartamen­to dell’imputato, col quale c’era una frequentaz­ione ormai decennale. Il 66enne ha toccato le ragazze in diverse occasioni approfitta­ndo della momentanea assenza della moglie. Nel caso della sorella maggiore le molestie cominciaro­no nel 2017, quando aveva 11 anni, e proseguiro­no per due anni. Nel caso della sorella minore iniziarono nell’autunno 2019, quando aveva 12 anni, e si fermarono col lockdown di marzo 2020.

I fatti cominciaro­no ed emergere a fine maggio 2020, dopo la fine del lockdown nazionale. La ragazzina più piccola fu sentita piangere al telefono dalla madre, che così venne a sapere quanto accadeva a casa dell’imputato. Nel 2021, superato un pesante lutto familiare, la madre della due minori sporse denuncia ai carabinier­i. Le indagini dei militari dell’arma confermaro­no sostanzial­mente le accuse all’anziano. Le due vittime, sentite in forma protetta in incidente probatorio, confermaro­no tutto. Erano considerat­e attendibil­i e capaci di ricordare cosa era loro accaduto in quei lunghi anni. Durante le indagini, per altro, l’imputato sporse denuncia per calunnia nei confronti della madre delle due ragazzine. Il procedimen­to è stato archiviato mentre era in corso il processo al 66enne.

Telefono La verità venne a galla durante una telefonata di una ragazzina

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