Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)
Mapelli: «7 milioni per le borse di studio Ma non bastano»
Solo a Padova sono 2.470 gli studenti senza
Mentre fuori si protesta con vigore, dentro se ne parla con decisione. Ascoltando le diverse posizioni e cercando di trovare una soluzione (anche parziale): è stato il diritto allo studio a tenere banco nel corso del convegno organizzato ieri dall’andisu in collaborazione con l’esu in pieno centro storico. Dove si sono presentati una trentina di appartenenti ad Udu, la principale associazione studentesca cittadina, i quali, dopo aver indossato delle maschere rappresentanti il Ministro
dell’università Anna Maria Bernini, che avrebbe dovuto presenziare a distanza all’evento, nonché Luca Zaia e l’assessore regionale Elena Donazzan, a cui hanno chiesto di essere «guardati in faccia, perché non se ne può più di questa situazione: a Padova ci sono ancora 2.470 idonei non beneficiari, ovvero iscritti all’università che non hanno ancora ricevuto la borsa di studio, che è un diritto costituzionale». Una problematica di cui, come detto, si è ampiamente discusso durante il convegno «Diritto allo studio -Un peso, una misura», e a sollevarla con decisione è stata Alessia Conti, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari (nonché iscritta all’ateneo patavino), rivolgendosi con decisione ai presenti: «Come ministero, come regioni, come università e come enti per il diritto allo studio avete la responsabilità di agire per livellare le disuguaglianze: che cosa ce ne facciamo di un sistema universitario eccellente se non viene garantito a tutti di potervi accedere?». Una domanda che non è rimasta inascoltata, ricevendo una prima risposta da Massimo Marzano Bernardi, a capo della direzione formazione e istruzione della Regione Veneto: «Il problema delle borse di studio c’è, ed è molto pesante nonché serissimo: la spesa si è duplicata nel giro di tre anni ed è dunque sempre più difficile reperire le risorse necesin sari, ma è indispensabile capire che tutti insieme possiamo e dobbiamo migliorare l’attuale situazione». Ancor più esaustiva la rettrice Daniela Mapelli: «A Padova abbiamo ancora 2.470 studenti che risultano idonei non beneficiari, e già questo termine è terribile perché vuol dire che al momento non hanno quello che dovrebbero ricevere per diritto. È un problema enorme che abbiamo cercato come Università di aiutare: solo quest’anno abbiamo destinato 7,4 milioni di euro per colmare questo gap almeno parte, visto che non sono sufficienti. In tal senso stiamo lavorando proprio in questi giorni per cercare di innalzare ulteriormente la no tax area, proprio per permettere a più persone di poter accedere al nostro ateneo senza pagare le tasse». Nel corso del convegno si è parlato anche di parità di genere, con tanto di intervento di Gino Cecchettin, padre di Giulia, studentessa barbaramente uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta: «Il diritto allo studio è di fondamentale importanza, perché l’educazione è il presupposto principale per la libertà, quella che è stata tolta alla mia Giulia: ciò mi ha spinto a impegnarmi in progetti che possano far sì che casi come il suo non capitino più».