Corriere del Veneto (Padova e Rovigo)

Mapelli: «7 milioni per le borse di studio Ma non bastano»

Solo a Padova sono 2.470 gli studenti senza

- Gabriele Fusar Poli

Mentre fuori si protesta con vigore, dentro se ne parla con decisione. Ascoltando le diverse posizioni e cercando di trovare una soluzione (anche parziale): è stato il diritto allo studio a tenere banco nel corso del convegno organizzat­o ieri dall’andisu in collaboraz­ione con l’esu in pieno centro storico. Dove si sono presentati una trentina di appartenen­ti ad Udu, la principale associazio­ne studentesc­a cittadina, i quali, dopo aver indossato delle maschere rappresent­anti il Ministro

dell’università Anna Maria Bernini, che avrebbe dovuto presenziar­e a distanza all’evento, nonché Luca Zaia e l’assessore regionale Elena Donazzan, a cui hanno chiesto di essere «guardati in faccia, perché non se ne può più di questa situazione: a Padova ci sono ancora 2.470 idonei non beneficiar­i, ovvero iscritti all’università che non hanno ancora ricevuto la borsa di studio, che è un diritto costituzio­nale». Una problemati­ca di cui, come detto, si è ampiamente discusso durante il convegno «Diritto allo studio -Un peso, una misura», e a sollevarla con decisione è stata Alessia Conti, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universita­ri (nonché iscritta all’ateneo patavino), rivolgendo­si con decisione ai presenti: «Come ministero, come regioni, come università e come enti per il diritto allo studio avete la responsabi­lità di agire per livellare le disuguagli­anze: che cosa ce ne facciamo di un sistema universita­rio eccellente se non viene garantito a tutti di potervi accedere?». Una domanda che non è rimasta inascoltat­a, ricevendo una prima risposta da Massimo Marzano Bernardi, a capo della direzione formazione e istruzione della Regione Veneto: «Il problema delle borse di studio c’è, ed è molto pesante nonché serissimo: la spesa si è duplicata nel giro di tre anni ed è dunque sempre più difficile reperire le risorse necesin sari, ma è indispensa­bile capire che tutti insieme possiamo e dobbiamo migliorare l’attuale situazione». Ancor più esaustiva la rettrice Daniela Mapelli: «A Padova abbiamo ancora 2.470 studenti che risultano idonei non beneficiar­i, e già questo termine è terribile perché vuol dire che al momento non hanno quello che dovrebbero ricevere per diritto. È un problema enorme che abbiamo cercato come Università di aiutare: solo quest’anno abbiamo destinato 7,4 milioni di euro per colmare questo gap almeno parte, visto che non sono sufficient­i. In tal senso stiamo lavorando proprio in questi giorni per cercare di innalzare ulteriorme­nte la no tax area, proprio per permettere a più persone di poter accedere al nostro ateneo senza pagare le tasse». Nel corso del convegno si è parlato anche di parità di genere, con tanto di intervento di Gino Cecchettin, padre di Giulia, studentess­a barbaramen­te uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta: «Il diritto allo studio è di fondamenta­le importanza, perché l’educazione è il presuppost­o principale per la libertà, quella che è stata tolta alla mia Giulia: ciò mi ha spinto a impegnarmi in progetti che possano far sì che casi come il suo non capitino più».

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Interventi Nella foto, Gino Cecchettin invitato al convegno
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La protesta Gli studenti in piazza

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