Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
L’Anci: «Bloccati 600 milioni»
Da Borgoricco appello al governo: ci lasci l’avanzo di amministrazione Fassino: «Bitonci? Se vuole fare il segretario della Lega, non usi noi»
BORGORICCO (PADOVASu) peramento del Patto di stabilità e sblocco degli avanzi di amministrazione non vincolati, che per i Comuni della nostra regione ammontano a 564 milioni di euro. Sono le richieste al governo avanzate dall’Anci Veneto e ieri a Borgoricco presentate al presidente nazionale Piero Fassino. «Il 2 ottobre, in prefettura a Treviso, incontreremo lo staff del ministero delle Finanze — ha annunciato Maria Rosa Pavanello, a capo di Anci Veneto — e io illustrerò la nostra realtà. E cioè che annoveriamo 3 enti dissestati su 505, uno solo in disavanzo su 125 e un rosso di 111.770 euro a fronte di un deficit nazionale di 1 miliardo e 311 milioni. Eppure non ci fanno amministrare, non possiamo utilizzare i soldi che risparmiamo per la manutenzione di strade e scuole e con l’entrata in vigore, il primo gennaio 2016, della legge sul pareggio in bilancio, il quadro peggiorerà, perché non si produrranno avanzi. E quindi si proseguirà a non fare investimenti nè manutenzioni. Passa la voglia di farsi eleggere».
I Comuni veneti — che vantano la più bassa spesa corrente, 787 euro per abitante, e per il personale, 203 euro pro capite — chiedono l’abbandono della logica dei tagli lineari, penalizzante per le giunte virtuose, una maggiore flessibilità nella gestione del personale, il ritorno della cassa dalla Tesoreria centrale alle municipalità, l’uso dell’avanzo di amministrazione per gli investimenti e lo sblocco del Patto di stabilità. «Il disagio dei sindaci veneti è comune a tutti gli amministratori d’Italia — ha detto Fassino — per risanare le casse dello Stato, il governo ha chiesto ai Comuni lo sforzo maggiore, e sproporzionato, pari a 18,5 miliardi di euro. Ma ora vogliamo considerare chiuso il lungo ciclo di riduzione delle risorse iniziato nel 2007 e aprire una nuova stagione con la legge di stabilità. Il premier Matteo Renzi si è posto come obiettivo lo sblocco del Patto di stabilità e si è impegnato a corrispondere ai Comuni i 4,5 miliardi equivalenti all’abolizione della Tasi sulla prima casa e dell’Imu sui terreni agricoli». Inevitabile l’accenno all’uscita dall’Anci del sindaco di Padova, Massimo Bitonci, che ha esortato i colleghi del Carroccio a imitarlo. «Se Bitonci vuole fare il segretario della Lega, ne ha il diritto — ha rilevato Fassino — ma non ha il diritto di mettere in mezzo l’Anci, che non è un carrozzone, nè pregiudizialmente pro o contro il governo. Ha un unico compito: tutelare tutti gli 8mila Comuni italiani, iscritti e non». «L’Anci è la nostra casa — ha rimarcato Achille Variati, sindaco di Vicenza — non mi risulta che la Lega abbia mai fatto qualcosa di reale per la finanza dei Comuni. Quelli veneti storicamente hanno mantenuto le tasse più basse, ottenendo i minori trasferimenti statali».