Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Nuovo elettrodotto, la Regione: progetto da rifare
Ok dai Comitati popolari che vogliono modificare l’infrastruttura nella Valle del Piave
BELLUNO Nel giorno in cui Terna, gestore della rete elettrica nazionale, pubblica l’avviso legale sull’avvenuta trasmissione della documentazione del progetto di «Razionalizzazione e sviluppo della rete nella Media Valle del Piave», in fase di Valutazione di impatto ambientale (Via) dal 2011, la giunta regionale, su proposta degli assessori all’Ambiente Gianpaolo Bottacin e all’Energia Roberto Marcato, ha deliberato di chiedere la sospensione della procedura di Via sull’infrastruttura.
La richiesta è di rivedere il progetto di elettrodotto (che da Perarolo di Cadore arriverebbe a Belluno), alla luce delle recenti evoluzioni tecnologiche, dell’effettiva domanda di energia e delle nuove modalità di gestione delle reti. Spiega l’assessore Bottacin: «Un intervento così delicato per il territorio deve realizzarsi nel massimo rispetto e con l’imprescindibile condivisione delle comunità interessate dall’iter progettuale». Nella delibera si chiede anche d’istituire una commissione tecnica mista Regione-Terna con il coinvolgimento dei comuni interessati.
Intanto decorrono da ieri i 60 giorni per produrre osservazioni al progetto, come ha avvisato anche il Comune di Belluno con un’apposita nota. L’avviso è consultabile, all’albo pretorio online del Comune: http://alboonline.comune.belluno.it.
Rapida la reazione dei Comitati popolari che si battono per un cambiamento del progetto. «La giunta regionale ha ratificato la risoluzione numero 72 del giugno 2014. Con questo atto commentano i Comitati della Valbelluna - si chiede a Terna di sospendere la procedura in corso per rifare da capo tutto il piano. Un grande risultato, è questo che chiediamo da oltre un anno: non un “no” secco alle infrastrutture elettriche, ma un “no” secco a progetti nati male e che non tengono conto delle necessità ambientali e di salute pubblica di tutto il Bellunese».
Il senatore azzurro Giovanni Piccoli sostiene la Regione. «La giunta regionale ha dato ascolto ai territori mentre Terna si è resa protagonista dell’ennesima forzatura» chiarisce.
Terna Spa ha ricordato che - a valle dell’approvazione del Piano di sviluppo da parte del ministero - l’ok alla realizzazione dell’intervento era stato chiesto dopo quattro anni di concertazione preventiva con gli enti locali, conclusa con la firma di due protocolli d’intesa sulla localizzazione dell’opera.