Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Profughi al lavoro (gratis) in undici Comuni
Siglato l’accordo in Prefettura: «Li impiegheremo per manutenzioni e pulizie». Ma dodici sindaci, e la Lega, disertano
TREVISO Potrebbero iniziare già oggi, potenzialmente. Ma i Comuni si riservano del tempo per parlarne con gli uffici e con i tecnici, per capire come potrebbero essere impiegati i profughi che volontariamente lavoreranno sul territorio. Volontariamente è la parola chiave, dato che si tratta di prestazioni gratuite e quindi saranno i migranti a scegliere di mettersi a servizio delle amministrazioni.
Ieri pomeriggio in prefettura è stato finalizzato il protocollo d’intesa relativo allo svolgimento di attività socialmente utili da parte dei profughi accolti nella Marca, firmato inizialmente dagli 11 Comuni presenti.
Cosa faranno
«Abbiamo aderito per la valenza politica che questo documento riveste – ha commentato il vicesindaco di Treviso Roberto Grigoletto -. Presenta dei nodi che potranno essere sciolti in sede di convenzione. Si tratta prima di tutto di un cambio di atteggiamento e di prospettiva: queste persone possono dare un contributo importante alla comunità».
«Questo protocollo – aggiunge Miriam Giuriati, di Casier – risponde a chi dice che i profughi sono inattivi e sono mantenuti, mentre possono fare volontariato come restituzione alla comunità che li accoglie. Nel nostro Comune potrebbero essere impiegati nei servizi di raccolta e pulizia nei giardini pubblici, per semplici manutenzioni del verde, e per questo ne parlerò con la cooperativa Alternativa Ambiente. C’è anche un percorso ciclopedonale che necessita di manutenzioni alle ringhiere di legno, e il parco da 90 mila metri quadri dell’ex caserma Serena in cui i profughi sono accolti». «Ci sarà la massima condivisione su come impiegare queste persone – conferma Alberto Cappelletto, di San Biagio -, e dipenderà dalle loro attitudini e competenze. Per noi potrebbe essere utile impiegarli nel decoro urbano».
Mancavano ieri alcuni dei sindaci che avevano aderito la settima scorsa, quando era stata presentata la bozza. Floriano Zambon, di Conegliano, aveva avvisato della sua assenza per altri impegni istituzionali: Per un sindaco, tra tutti i problemi da gestire quello dei profughi non è la priorità».
C’è chi dice no
In prefettura non c’erano invece per esplicita volontà i sindaci leghisti, come da ampia anticipazione dei vertici politici. Nessuna adesione, nessun tipo di accettazione della presenza di profughi sul territorio. A ribadire la linea del no è intervenuto il sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski: ha detto di non essere nelle condizioni di procedere ad «appositi momenti formativi evidenziando che, trattandosi di soggetti che non conoscono la lingua italiana, con l’eventuale impiego dei migranti in attività di volontariato subentrerebbero anche limiti in materia di sicurezza».
Il nodo assicurazione
Il plauso al protocollo è arrivato invece dal mondo sindacale. «È un passo in avanti importante sulla strada della civiltà – ha detto il segretario della Cisl Franco Lorenzon -, dell’accoglienza e di un senso realistico della presenza sul nostro territorio dei profughi e richiedenti asilo».
Le associazioni di volontariato pongono l’accento su un’altra questione: «Il protocollo è positivo – chiude il presidente del Csv Alberto Franceschini - per un metodo nuovo e per un approccio costruttivo dell’accoglienza e gestione dei richiedenti asilo. Ma i costi necessari per impiegare queste persone in attività sociali, come la formazione e il materiale da utilizzare, non devono essere assunti dalle associazioni di volontariato, bensì dagli enti richiedenti».
Giuriati (Casier) Ci aiuteranno anche a rimuovere i rifiuti, mantenere il verde e sistemare la ciclabile