Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Rappresentanti orafi derubati: 3 colpi a segno
In ventiquattro ore razzie di gioielli a Vittorio Veneto, Caerano e Conegliano
TREVISO Il canovaccio è sempre lo stesso. Seguono i rappresentanti orafi e approfittando di un momento di distrazione, quando le vittime si allontanano dall’auto anche solo per qualche minuto, infrangono i finestrini e si impossessano del campionario. Ben tre i colpi, pressoché identici, quelli messi a segno nelle scorse ore nella Marca da ignoti, sulle cui tracce sono al lavoro i carabinieri di Vittorio Veneto, Conegliano e Montebelluna. Il primo risale a martedì sera quando un rappresentante orafo di circa 50 anni, residente a Cordignano, posteggia la sua macchina fuori da un tabacchino a Cozzuolo, nel Vittoriese. Non si è accorto che l’auto di due malviventi lo ha pedinato fino a quel punto. Uno dei due scende di corsa, spacca il vetro posteriore dell’auto del 50enne e si impossessa della sua valigetta. Dentro ci sono alcuni braccialetti, per lo più di leghe non preziose, per un valore di circa 1.000 euro. E’ una donna che sta percorrendo a piedi la strada a raccontare al malcapitato, che ha subito chiamato i carabinieri, quanto appena accaduto. Ben più ingente il bottino di cui si sono impossessati ieri mattina i predoni che con la stessa tecnica sono entrati in azione in via Colombo a Conegliano. Nell’auto di un rappresentante 52enne di Castello di Godego infatti, c’era una borsa con un ricco campionario di monili. E’ stato lo stesso proprietario a spiegare ai militari dell’Arma l’entità il valore di quanto sottrattogli, monili e gioie per alcune decine di migliaia di euro. L’ultimo colpo, anch’esso ragguardevole, è avvenuto sempre ieri in mattinata in via Kennedy a Caerano San Marco. Lì un agente di commercio della provincia di Vicenza aveva parcheggiato la sua macchina, lasciandovi all’interno una valigetta con un centinaio di fedi d’argento nuove di zecca. Solo tornata alla vettura, la donna si è resa conto che il lunotto posteriore era stato mandato in frantumi e la valigetta sparita. A quel punto non le è restato altro da fare che chiamare le forze dell’ordine.