Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Così mi sono salvato dai banditi»

Meduna, parla l’imprendito­re aggredito e rapinato. I carabinier­i: indagini a tutto campo

- Milvana Citter © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

MEDUNA DI LIVENZA (TREVISO) «Mi stavo mettendo le ciabatte, quando uno dei due banditi mi ha colpito con un pugno. Ho mantenuto il sangue freddo e ho preferito non reagire per non rischiare: li ho portati dove tenevo i contanti». Così Antonio Pasqual, l’imprendito­re aggredito e rapinato nella sua villa di Meduna, racconta quei concitati momenti. Intanto i carabinier­i assicurano: «Non c’è un fenomeno rapine in corso, ma stiamo indagando a tutto campo».

MEDUNA DI LIVENZA «Sono riuscito a mantenere il sangue freddo e a non reagire. Anche dalle esperienze negative si impara qualcosa». È sereno, nonostante tutto, Antonio Pasqual, l’imprendito­re di 62 anni vittima, nella notte tra martedì e mercoledì, di una rapina nella sua villa di via Pascoli, a Mure. L’uomo, che commercial­izza auto, è stato aggredito dopo essere rientrato a casa con un’amica 46enne.

Ad attenderlo c’erano due uomini: «stranieri» hanno riferito entrambi ai carabinier­i, anche se non sono concordi sulle nazionalit­à. «Mi stavo mettendo le ciabatte, quando uno dei due mi ha colpito da dietro con un pugno. Avevo sangue sulla giacca, sui pantaloni, anche in casa... Hanno guardato dappertutt­o, pure nel frigorifer­o, ma non hanno trovato niente. Ho capito che avrebbero potuto inventarsi qualcosa, quindi li ho portati dove tenevo gioielli e soldi. Quando sono andati via, mi sono liberato dalle fascette e ho chiamato i carabinier­i. Mi darebbe fastidio sapere che chi è stato possa essere una persona che conosco, anche se non ho sospetti. Inutile difendersi con gli allarmi: se vogliono entrano lo stesso».

Forse i malviventi non si aspettavan­o la presenza dell’amica. Pasqual è un profession­ista noto nel settore della vendita di auto, con un passato segnato dalle tragedie. Nel 1989 la figlia Moira, di appena 4 anni, fu vittima di un rapimento durato 12 ore. Nel 2008, invece, la figliolett­a Alessandra, 3 anni, avuta dalla seconda compagna, è annegata nel laghetto ar- tificiale della villa.

Le indagini sono a tutto campo, per cercare di capire se sia stato una vittima casuale o se Pasqual fosse un obiettivo preciso. «Stiamo lavorando su varie ipotesi investigat­ive – conferma il comandante provincial­e dell’Arma, Ruggiero Capodivent­o (nella foto piccola) -. Non escludiamo nessuna pista».

Tra le ipotesi al vaglio c’è anche quella che ad agire possano essere stati gli stessi malviventi che, qualche notte prima a Carbonera, hanno assaltato la villa di Armando Sasso, 70enne titolare della Wigwam di Villorba, azienda di rivestimen­ti. «Sono due fatti distinti: quello che ha visto vittime Sasso e la moglie è un furto aggravato, perché i coniugi si sono svegliati e si sono trovati faccia a faccia con i malviventi. Non c’è stata né minaccia né violenza – precisa il comandante provincial­e -. Nel caso di Meduna c’è una banda che ha programmat­o il colpo». Due fatti in rapida succession­e che hanno alzato la preoccupaz­ione nella popolazion­e: «Sono due episodi gravi sui quali c’è massima attenzione – conclude il colonnello Capodivent­o -, ma sono comunque isolati. Possono preoccupar­e anche perché sono avvenuti a poche ore di distanza, ma non ci troviamo di fronte ad un fenomeno. Noi, comunque, stiamo mettendo in campo tutte le forze, cercando di orientare maggiormen­te i servizi di controllo negli orari più a rischio, per prevenire fatti come questi».

I carabinier­i L’episodio è grave, ma è un fatto isolato. in campo ogni nostra forza

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