Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Espulso l’imam dei bambini
L’accusa: educazione anti occidentale e rapporti pericolosi con il mondo salafita
SCHIO (VICENZA) Educatore e fanatico, al punto da convincere molti bambini a comportamenti anti occidentali. E con rapporti pericolosi nel mondo dei salafiti. Per questi sospetti, Sofiane Mezerreg, 36 anni, imam algerino di Schio, è stato espulso e non potrà tornare in Italia per 10 anni. Il questore parla di provvedimento di prevenzione, non di terrorismo.
SCHIO (VICENZA) Espulso dall’Italia perché considerato una minaccia per il nostro Paese, perché vicino all’ideologia islamica salafita, in contatto con esponenti del mondo islamico, anche esteri, di orientamento marcatamente radicale. Prediche pronunciate nella veste di imam del centro islamico «La guida retta» di Schio, nel Vicentino, che avrebbero plagiato i «suoi» fedeli, grandi e piccoli. E i risultati si sono visti, con alcuni bambini che sono arrivati a tapparsi le orecchie nell’ora di musica a scuola per non commettere peccato e a vantarsi con gli amichetti delle «stragi» che avrebbero commesso da grandi, usando armi e bombe.
Sofiane Mezerreg, algerino di 36 anni, a Schio dal 2013, non potrà più cimentarsi nelle sue lezioni, organizzare e tenere incontri culturali e religiosi, «educare» i più piccoli. Almeno non in Italia. Dove non potrà più rimettere piede per i prossimi dieci anni, pena la reclusione da uno a quattro anni. A volere la sua espulsione è stato il ministero dell’Interno, che ha firmato il provvedimento, eseguito mercoledì sera dalla polizia di frontiera di Civitavecchia: il porto in cui l’imam algerino era arrivato, da Tunisi, con moglie e tre figli piccoli al seguito, dopo le vacanze trascorse nel Paese d’origine, per salutare genitori e fratelli.
Una volta ai controlli di frontiera, lo attendeva infatti la sorpresa: gli è stata notificata l’espulsione di Roma e si è visto «rispedire» indietro, reimbarcare su una motonave diretta a Tunisi. E il resto della sua famiglia ha deciso di seguirlo, senza quindi rientrare a Schio. La compagna, per quanto libera di restare in Italia con i bambini, ha preferito infatti tornare con il marito in Algeria, dove abitano ancora alcuni parenti.
Un provvedimento, quello di espulsione, che il questore di Vicenza Gaetano Giampietro ha specificato «di carattere preventivo, non per motivi terroristici, ma per anticipare eventuali possibilità di problemi e per rassicurare i cittadini». Dopo la segnalazione della scuola elementare, a gennaio di quest’anno, sono scattate le indagini della Digos di Vicenza - durate sei mesi - che oltre a verificare quanto effettivamente accaduto in classe, durante l’ora di musica, hanno appurato come Sofiane Mezerreg avesse ormai da tempo abbracciato l’ideologia islamica salafita, scevra da contaminazioni occidentali, e che fosse particolarmente attivo nell’indottrinamento dei fedeli su posizioni marcatamente radicali. Tanto che avrebbe usato forme di convincimento «incisive ed autorevoli» nei confronti di minori di fede islamica, «inducendoli ad assumere comportamenti palesemente ostili alla cultura occidentale - hanno spiegato gli investigatori - e a manifestare il desiderio di poter compiere in futuro anche gesti eclatanti, anche violenti e con l’uso delle armi una volta diventati adulti».
Ma non è tutto. L’algerino, da quanto emerso in seguito agli accertamenti, manteneva strette relazioni con esponenti del mondo islamico di orientamento «marcatamente radicale», soggetti - è stato riportato - dediti «alla promozione di principi originari dell’Islam ed alla diffusione dell’ideologia salafita». Incontri anche diretti che l’imam avrebbe avuto soprattutto fuori dal Veneto e all’estero, in particolare in Francia. Quanto agli italiani, intratteneva rapporti solo con quelli convertiti all’Islam nonostante fosse in questo Paese dal 2002: prima a Udine, già allora come imam, e poi a Schio. Un Paese, l’Italia, che non rivedrà se non nel lontano 2025. Pena l’arresto.