Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

«Grandi navi a Trieste» Le parole del ministro infiammano il Veneto

Franceschi­ni riapre il caso. Brugnaro: «Va contro la città»

- di Francesco Bottazzo © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

L a dichiarazi­one del ministro dei Beni culturali Franceschi­ni, pronunciat­a da Napoli, ha prima gelato e poi infiammato il Veneto. A proposito delle grandi navi da crociera, infatti, Franceschi­ni ha indicato in quello di Trieste il porto hub più adatto per accogliere le rotte destinate nell’Alto Adriatico. Da Venezia si è alzato il fuoco di sbarrament­o: «Chi ci ha già provato, come Costa Crociere - ricorda il presidente del Porto - è tornato qui».

VENEZIA La soluzione delle grandi navi? Spostarle a Trieste. E’ bastato che mostrasse una foto con la crociera stile condominio del mare a far da contrasto con i tetti delle case per dire: «Mi chiedo se Venezia abbia bisogno di questo, se questo sia il modello cui puntare. A Venezia le navi ci andranno lo stesso ma chiedo se non abbia più senso utilizzare il porto di Trieste come hub». Il convegno, a Napoli, era sul turismo e il ministro alla Cultura Dario Franceschi­ni si è soffermato anche sul turismo delle grandi navi «che è il benvenuto e va governato». Probabilme­nte non spostando le crociere da una città all’altra. «Costa Crociere ci ha provato ma l’esperiment­o non è andato bene se quest’anno ha riportato le navi a Venezia. A Trieste non riusciva a trovare i passeggeri», spiega il presidente del Porto Paolo Costa». Fatto sta che sono bastati pochi minuti per far scatenare le reazioni del Veneto alle parole del ministro attaccato da tutti i fronti: da quello amico (partito) e da quello esterno (il governator­e Zaia e gli industrial­i veneziani).

«Anche i ministri sbagliano», dice il sottosegre­tario veneziano all’Economia Pier Paolo Baretta. «Un’ipotesi che non tiene conto dello sforzo che si sta facendo per trovare una soluzione capace di salvare le attività portuali veneziane e di tutelare l’ambiente. Quella di Franceschi­ni appare come una scorciatoi­a destinata a danneggiar­e Venezia», dice la capogruppo pd in Regione Alessandra Moretti. La bagarre arriva a pochi giorni dalla manifestaz­ione prevista domenica dei No Nav contro il passaggio delle crociere in laguna, il contromess­aggio del Comitato Cruise Venice che invece vuole salvare le migliaia dei posti di lavoro, e la mostra di Gianni Berengo Gardin. «Dichiarazi­onei gravi Con il termine inglese hub si intende, nel linguaggio dell’informatic­a, un dispositiv­o che serve a connettere più elaborator­i a una rete e più reti fra loro. Applicando il termine per estensione ed analogia al sistema dei trasporti, un aereoporto o un porto si qualifican­o come «hub» quando sono il fulcro centrale e il punto di snodo tra diverse rotte. Nel caso delle grandi navi, il ministro dei Beni culturali Franceschi­ni ha riaperto la questione: per le crociere meglio un porto hub a Trieste che a Venezia. contro la volontà dei veneziani, basta fare confusione», attacca il sindaco Luigi Brugnaro. L’unico alleato di Franceschi­ni, e non potrebbe essere altrimenti, è Debora Seracchini, da sempre contro il porto off shore veneziano. Del resto è il governator­e del Friuli Venezia Giulia, oltre che essere vicesegret­aria del Partito democratic­o e responsabi­le delle infrastrut­ture pd. Ecco che le parole di Serracchia­ni confermano i «sospetti»: «Franceschi­ni ha formulato un’ipotesi fondata e ragionevol­e, che tiene conto delle esigenze di tutela ambientale di Venezia e anche della vocazione crocierist­ica di Trieste». Un vero asse quello dei renziani Serracchia­ni-Franceschi­ni che punta a spostare l’asse, e quindi anche il presidente del consiglio, verso Trieste a discapito di Venezia. «Credo che a questo punto sia urgente un incontro direttamen­te con il premier per discutere di tutte le tematiche che riguardano la città lagunare», sottolinea il deputato pd, Michele Mognato. L’onda lunga delle dichiarazi­oni è partita dal presidente del Veneto Luca Zaia: «Dal decreto Clini-Passera che prevedeva la fuoriuscit­a dal bacino di San Marco delle navi sono passati anni, governi, tutti dello stesso colore, ringrazian­o il Partito democratic­o per questa scelta che uccide un pezzo di economia sana». Del resto lo scontro interno al partito che mette in minoranza la componente veneta, sta mettendo in difficoltà gli stessi democratic­i «locali» anche se Davide Zoggia cerca di uscire dall’angolo: «Il Pd è l’unico partito che si sta occupando della vicenda. Ci sono dei tempi tecnici per trovare una valida alternativ­a che tenga conto delle migliaia di posti di lavoro del comparto».

Aggiunge Confindust­ria Venezia con il presidente Matteo Zoppas: «Invitiamo il ministro a spiegare la sua opinione di persona alle migliaia di lavoratori e imprendito­ri a cui deve indicare come manterrà i posti di lavoro».

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Giganti in laguna Una mave da crociera si avvia verso il porto di Venezia passando davanti alle cupole e al campanile di San Marco: una scena che molti non vorrebbero più vedere

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