Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Regione, approvata la manovra I fondi per il sociale sono salvi

Regione, l’opposizion­e ottiene modifiche chiave. Province ok ma saltano i contributi a Fenice e Arena

- Marco Bonet © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA E’ stata approvata ieri sera dal consiglio regionale la manovra finanziari­a di inizio legislatur­a. Dopo la sollevazio­ne delle opposizion­i e le proteste della società civile, sono stati ripristina­ti in bilancio i fondi inizialmen­te tagliati per le politiche sociali.

VENEZIA Al termine di un confronto serrato, durato una settimana fuori dal Palazzo ed una giornata in aula, il consiglio regionale ha approvato nella tarda serata di ieri la manovra d’inizio legislatur­a, provvedime­nto nato come colpo di spugna sui 50 milioni della «legge mancia» (varata tra le polemiche al tramonto della scorsa legislatur­a) e finito di ritocco in ritocco per movimentar­e all’interno del bilancio quasi il doppio delle risorse (circa 95 milioni), nell’affanno di trovare i soldi necessari a salvare le Province e i loro dipendenti.

Il piano di partenza era noto: taglio, tra gli altri, di 9,4 milioni all’assessorat­o Istruzione e Lavoro, di 5,9 milioni alla Cultura, di 4,4 milioni all’Ambiente, di 4,2 milioni allo Sviluppo economico ma soprattutt­o di 9,2 milioni al Sociale, con l’azzerament­o dei fondi ad un lungo elenco di servizi definiti dalla capogruppo della lista Zaia, Silvia Rizzotto, «utili ma certo non essenziali». Lo diciamo subito: i soldi in questione alla fine sono stati interament­e ripristina­ti. Ma per una volta si può dire che hanno tutti ragione. Ha ragione l’opposizion­e, che s’intesta il merito della retromarci­a della giunta dopo una battaglia condotta insieme alle associazio­ni sulle piazze reali (anche ieri davanti al Ferro Fini) e quelle virtuali (con l’hashtag #ritiratelo) perché «se non fosse stato per la minaccia di 780 emendament­i il testo sarebbe stato votato così com’era venerdì scorso» dice Marino Zorzato di Ncd . E ha ragione la maggioranz­a quando fa presente che avanti di questi tagli (da parte del governo), prima o poi si dovrà per forza scegliere chi sacrificar­e, perché ormai si sta raschiando il fondo del barile. Per dire: sono stati ripristina­ti in toto i fondi ai centri antiviolen­za (400 mila euro), quelli per l’amianto (500 mila), per i centri occupazion­ali per i disabili (1,5 milioni), le famiglie monoparent­ali (altri 330 mila), i non vedenti (100 mila) e i sordomuti (pure 100 mila) ma per farlo si sono dovuti togliere 2,1 milioni al fondo anti calamità (quello che s’invoca ad ogni alluvione ed ogni tornado) mentre è stata confermata la sforbiciat­a da 2 milioni alla Fenice di Venezia e all’Arena di Verona (1 milione ciascuna), dove pure ci sono stipendi che ballano. «L’assessore alla Cultura Cristiano Corazzari si è impegnato a rimpinguar­e il budget dei due enti lirici col prossimo assestamen­to, mantenendo gli accordi contrattua­li» fa sapere il vice presidente con delega al Bilancio Gianluca Forcolin. Se così non fosse, a cascata sarebbero a rischio pure i contributi nazionali. Confermato il milione 200 mila euro per il restauro del ponte di Bassano, sono stati depennati i contributi per completare il ponte della Motta a San Bonifacio, nel Veronese, e quelli per la bonifica della discarica di Sarcedo, nel Vicentino. Insomma, la coperta è corta e comunque la si tiri, qualcuno resta al freddo.

Mentre il presidente del consiglio Roberto Ciambetti sfoglia scoraggiat­o la pila di emendament­i, via via sfrondati da 780 a 50 («Quanti alberi abbiamo abbattuto...»), l’opposizion­e ha quindi gioco facile nell’attaccare: «Abbiamo vinto una battaglia importanti­ssima ma sulla maggioranz­a continua a pesare la responsabi­lità di tagli pesanti alla Cultura, al Turismo, all’Agricoltur­a - stiletta la dem Alessandra Moretti - scelte politiche ed evitabili, per nulla imposte da Roma perché se così fosse, allora perché Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna non hanno tagliato come noi?». Il pentastell­ato Jacopo Berti parla di «decisioni scellerate», anche se ammette che «il patto tra gentiluomi­ni sul Sociale è stato rispettato» e il tosiano Andrea Bassi (che esibisce vaso di acciughe come sostentame­nto per la maratona consiliare) si chiede: «Se il bilancio 2015 era drogato, come dice Forcolin, quando ha iniziato a drogarsi? E chi era lo spacciator­e? Perché alcune marchette si cancellano mentre altre si salvano?». Replica il legista Nicola Finco: «Sono stati tolti contributi indegni alle sagre e alle associaizo­ni ciclistich­e, quel che c’era di meritevole è stato salvato» (per inciso: sono saltati anche 47 assegni ad altrettant­e parrocchie) mentre Rizzotto della lista Zaia si chiede «come possa reggere l’accusa di voler smantellar­e il welfare del Veneto quando si ragiona su 2,1 milioni all’interno di uno stanziamen­to complessiv­o i 700 e gli 800 milioni». E va ricordato che fin dal principio non sono mai stati messi in discussion­e i 6 milioni per i disabili sensoriali, parte del pacchetto da 28 milioni destinato alle Province.

L’assessore al Sociale Manuele Lanzarin si dice tutto sommato soddisfatt­a: «Promessa mantenuta, abbiamo tagliato le mance a pioggia, non la spesa sociale». Chiude Forcolin: «Il confronto con l’opposizion­e è stato utile e costruttiv­o. Quello della maggioranz­a è stato un atto di coraggio e di coerenza, perché tutti in campagna elettorale si erano impegnati a rivedere la legge mancia e mettere mano a 100 milioni non è facile per nessuno. Dovevamo farlo per dare risposte urgenti ai veneti, senza prendere in giro nessuno, dicendo a tutti come stanno le cose. Certo non so per quanto ancora potremmo reggere: sono assessore da 3 mesi e ho dovuto fronteggia­re una media di 110 milioni di tagli al mese...». Il governator­e Luca Zaia illustrerà la manovra questa sera, alle 21, durante la puntata di XNews au Antenna Tre.

Alessandra Moretti Vinta una battaglia ma resta in capo alla maggioranz­a la responsabi­lità per i tagli all’agricoltur­a, al turismo e alla cultura Gianluca Forcolin Con coerenza e coraggio abbiamo cancellato la legge mancia e messo mano a 100 milioni mentre il governo Renzi continua a tagliare Andrea Bassi La giunta sostiene che il bilancio era drogato e per questo è stato corretto. Ma quando ha iniziato a drogarsi e soprattutt­o, chi era lo spacciator­e? Silvia Rizzotto Via le mance, è salvo ciò che era meritevole. Welfare smantellat­o? Si ragiona su 2 milioni con uno stanziamen­to totale di quasi 800 milioni

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