Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Chi si scaglia contro Charlie Hebdo e chi odia gli ebrei La lista degli espulsi

- A.Pri. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VENEZIA «Allah contali uno a uno e uccidili fino all’ultimo, non risparmiar­ne neppure uno». Sono state queste parole contro il popolo di Israele, a far decidere al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, di disporre l’espulsione del cittadino marocchino Abd AlBarr Al-Rawdhi. Lui era l’imam di San Donà del Piave, e nell’agosto del 2014 è stato prelevato e rispedito in patria. Ma quello di Al-Rawdhi è solo il caso più eclatante tra gli allontanam­enti che hanno riguardato cittadini stranieri residenti in Veneto e considerat­i troppo vicini alle posizioni più estremiste dell’Islam. I dati diffusi dal ministero dell’Interno, dimostrano che nel solo 2015 in Italia sono state 45 le espulsioni per motivi legati al terrorismo islamico. Un numero che sale a 228 se si guarda alle persone cacciate dal 2002 a oggi. Nel giugno del 2013 le forze dell’ordine erano piombate a casa di Mustafa el Amara, 43 anni, marocchino residente a Thiene, al quale era stato notificato un ordine di espulsione che risultava esteso anche a Said Namiq, 26 anni, residente a Schio. Entrambi i marocchini erano accusati di «radicato antisemiti­smo e antioccide­ntalismo, mediante l’utilizzo di internet con la sistematic­a visione e ascolto di video e sermoni finalizzat­i a esortare al combattime­nto e al martirio quale supremo atto di culto». Molto più recenti le espulsioni che hanno colpito due fratelli tunisini che vivevano a Verona: Ghazi e Mohamed Jouini. Secondo la Digos, che nell’aprile di quest’anno li ha rispediti in patria, erano «coinvolti in attività di terrorismo di matrice islamica». In pratica avrebbero inneggiato ai tagliagole dell’Isis e uno di loro, specialmen­te, era «molto attivo sul web con pubblicazi­oni e consultazi­oni di materiale di matrice jihadista». A maggio erano invece stati i carabinier­i del Ros di Padova ad annunciare che un decreto di espulsione aveva colpito Abu Jaffar, un marocchino che fino a pochi anni fa viveva a Belluno e che poi era tornato a Casablanca, da dove gestiva la pagina Facebook «La Scienza dl Corano». Ed è proprio attraverso il social network che avrebbe esultato per la strage di Charlie Hebdo. Ma lui, come del resto tutti gli altri espulsi dal Veneto, ha sempre negato ogni legame con i terroristi.

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