Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Dati alle fiamme 8 mila quintali di legna

Oderzo, raid nella notte in una cooperativ­a agricola. I titolari: «Non abbiamo nemici»

- Beltrame

ODERZO (TREVISO) Prima hanno cosparso i cumuli di gasolio, dopodiché hanno appiccato le fiamme. Sono circa 8 mila i quintali di tralci di vite, raccolti in grandi rotoballe di legna, andati distrutti ieri notte in un incendio a Piavon di Oderzo. Sulla matrice dolosa i titolari della coop agricola non hanno dubbi: «C’è stato dolo». Ma il movente resta, per il momento, ignoto: «Non abbiamo nemici». Sul posto i vigili del fuoco di Treviso, Motta di Livenza e Conegliano.

ODERZO Ancora fiamme in uno stabilimen­to di riciclaggi­o della Marca. Dopo il rogo che la settimana scorsa ha devastato la Ceccato Recycling, sulle cui cause ancora indagano carabinier­i e vigili del fuoco, all’alba di ieri ignoti hanno appiccato il fuoco ad 8 mila quintali di tralci di vite nei terreni della cooperativ­a agricola Livenza di Piavon di Oderzo. Il materiale, stoccato in rotoballe di legna, una volta trattato sarebbe stato utilizzato come combustibi­le alternativ­o per il riscaldame­nto. Il danno, secondo le prime stime, ammonta a circa 60 mila euro.

«Crediamo si tratti di vandali» spiegano i dirigenti della cooperativ­a, «non abbiamo nemici». L’allarme è scattato attorno alle 3 di notte quando alcuni agricoltor­i che vivono in via Cal dea Piera si sono accorti delle fiamme, ormai alte, che si alzavano da uno degli appezzamen­ti della cooperativ­a agricola. I piromani, dopo essersi intrufolat­i nel vicino ecocentro comunale, secondo quanto emerso, avevano rubato dai mezzi da lavoro del gasolio, poi cosparso sulle rotoballe di legno in cui erano contenuti i trami di vite, normalment­e considerat­i sottoprodo­tti della viticoltur­a. «Materiale che di solito viene bruciato dagli agricoltor­i nei campi – spiega Ezio Martin, direttore della cooperativ­a Livenza – ma che noi trasformia­mo in energia alternativ­a per scaldare case, capannoni, o per l’essicazion­e di alcuni materiali. Lo facciamo da 10 anni e con grossi benefici in termini di dispendio energetico ed ambientale». Una volta imbevute di gasolio, le rotoballe sono state incendiate l’una dopo l’altra facendo alzare delle fiamme altissime, visibili a centinaia di metri di distanza. In via Cal dea Piera sono arrivate ben sette squadre ed altrettant­i mezzi dei vigili del fuoco, due da Motta di Livenza, due da Conegliano e tre da Treviso. Le operazioni di spegniment­o e di smassament­o del materiale, andato distrutto, sono durate fino a tarda mattinata. Quindi sono entrati in azione, assieme ai carabinier­i, anche gli uomini del nucleo di polizia giudiziari­a che hanno proceduto con i primi rilievi del caso, individuan­do delle tracce di accelerant­e, per l’appunto gasolio, con tutta probabilit­à quello dei mezzi presenti nell’ecocentro comunale, che dista poche centinaia di metri. Ora toccherà agli investigat­ori cercare di risalire ai responsabi­li, anche se non sembra cosa facile, vista l’assenza in zona di sistemi di videosorve­glianza. «Noi pensiamo ad una bravata – aggiunge Ezio Martin – anche perché non abbiamo motivo di ipotizzare altro». Eppure il rogo al centro di raccolta e riciclaggi­o di Castelfran­co, una settimana fa, anche se non è ancora stato chiarito se di natura dolosa o accidental­e, fa suonare un campanello d’allarme. Di certo il fuoco, in questi giorni, la sta facendo da protagonis­ta: giovedì a finire in pasto alle fiamme erano stati stalla e fienile di un’azienda agricola di Trevignano, al cui interno sono morte 13 mucche appena vendute.

Ezio Martin Crediamo sia stata una bravata, non mi spiego un atto così

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