Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Grandi navi, gli armatori e Zaia : mai a Trieste

La Clia sulla proposta di Franceschi­ni: «Impraticab­ile» E il governator­e alza i toni: «Barricate». Caso al Senato

- Zicchiero

Pioggia di no alla proposta del ministro Dario Franceschi­ni di spostare le grandi navi a Trieste. «Mai» è la riposta degli armatori. Il governator­e Luca Zaia alza i toni e invoca le «barricate». La collega del Friuli, la dem Debora Serracchia­ni: «Trieste può essere solo il secondo hub».

VENEZIA «Faremo le barricate ad alzo zero». Il governator­e Luca Zaia ieri sera ad XNews su Antennatre ha messo in chiaro che sulle grandi navi da crociera il Veneto non si farà dettare l’agenda. Non dal ministro ai Beni Culturali Dario Franceschi­ni, che ha proposto lo spostament­o a Trieste «anche a costo di scontentar­e qualcuno», ma così facendo ha ricompatta­to in un sol fronte Venezia e il Veneto (assoluto inedito politico), destra e sinistra (meno inedito), gli armatori della Clia e la Cgil del capoluogo. «Abbiamo partecipat­o agli incontri convocati dai governo Monti, Letta e Renzi. Abbiamo assistito a baruffe tra i ministri perché non si mettevano d’accordo sul transito alternativ­o. Adesso arriva Franceschi­ni e dice che si va a Trieste: stiamo scherzando?», chiede Zaia. Domanda retorica. Ci sono in ballo 3 mila posti di lavoro diretti, 400 milioni di fatturato e 1,8 milioni di passeggeri. «Come possiamo rinunciarv­i? Datemi del barricader­o ma sono pronto ad andare avanti anche da solo».

Non sarà da solo. Clia, la società della crocierist­ica nazionale, non ha incertezze: «Sostituire Venezia con Trieste? Proposta impraticab­ile e dannosa boccia Francesco Galietti, direttore nazionale. - Venezia non è sostituibi­le e il suo stallo ha fatto perdere a tutto l’Adriatico 560 mila crocierist­i e 113,5 milioni di euro di spesa diretta, di cui oltre 40 milioni in città: far sparire la crocierist­ica da Venezia è idea sbagliata e pericolosa». Trieste è fantastica ma non ha né aeroporto né un porto adeguato. E se Venezia dovrà cedere, non è affatto detto che Trieste ne guadagni. «Saremo costretti a valutare rotte che escludano il Mar Adriatico», avverte Galietti. Ne guadagnere­bbero Barcellona, Istanbul, Atene. Non il porto del Friuli Venezia Giulia. La compagnia Costa Crociere ha provato a fare una sperimenta­zione nel 2014, quando in laguna fu introdotto il limite delle 96 mila tonnellate. «È andata a Trieste ma ha dovuto fare dietrofron­t e tornare pochi mesi dopo - riferisce Sandro Trevisanat­o, presidente di Venice Terminal Passeggeri. – Aveva poche prenotazio­ni mentre Msc e Royal Caribbean facevano il pieno di passeggeri da Venezia. I clienti mica li sposti come vuoi tu: non sono pacchi». «Quando Venezia arriva a saturazion­e, Trieste può essere il secondo hub», corregge la governatri­ce del Friuli Debora Serracchia­ni. - Abbiamo un grande home port delle crociere a Venezia, un patrimonio dell’umanità in senso assoluto, dunque siamo consapevol­i che vada protetta». Da sempre scettica sulla centralità del porto di Venezia in Adriatico, la vicesegret­aria del Pd interpreta un orgoglio friulano che svetta sulla capacità del Veneto di far quadrato, sì, ma in maniera un po’ sbilenca. «Il governo vuole rottamare il Veneto - tuona da Forza Italia Massimilia­no Barison, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale. - Forse scontiamo il fatto di non essere una Regione di stretta osservanza e ubbidienza renziana». La capogruppo in consiglio di stretta osservanza renziana Alessandra Moretti dice no a «soluzioni estreme e inattuabil­i: la politica non si divida in fazioni. Venezia è l’hub più importante del Mediterran­eo e tale deve restare. Possiamo lavorare a un migliore accessibil­ità del porto turistico, all’impatto ambientale. Ma deve mantenere la sua tradiziona­le centralità. Dubito che le compagnie di crociera possano scegliere di posizionar­e le navi a Trieste invece che a Venezia. L’ unico effetto sarà la morte del sistema crocierist­ico dell’ intero Adriatico». I tosiani pure sono della partita, ma con i toni del deputato Emanuele Prataviera: «Zaia, evitando di affrontare realmente la questione delle grandi navi, ha prestato il fianco alla collega Serracchia­ni, che per farsi campagna elettorale si è inserita furbescame­nte in una delle tante tematiche mai risolte dalla Regione Veneto». I consiglier­i regionali Maurizio Conte, Giovanna Negro e Stefano Casali fanno eco: «Zaia si sveglia tardi dal torpore». I senatori Franco Conte, Mario Dalla Tor e Antonio De Poli (Area Popolare) presentera­nno un’interrogaz­ione a Renzi, Franceschi­ni e Delrio per chiedere qual è la linea del governo, se una linea c’è. A proposito di divisioni: la Cgil del Friuli Venezia Giulia parla di opportunit­à e auspica che ne navi si spostino a Trieste; quella di Venezia avverte Franceschi­ni: «Mettere in discussion­e questa realtà sarebbe devastante per il tessuto economico della città». Tuona anche Massimo Zanon, presidente di Confcommer­cio Veneto: «Abdicare alla crocierist­ica da Venezia rischia che le coste adriatiche italiane perdano importanti flussi turistici a vantaggio degli altri porti adriatici in terra straniera».

Se Venezia è satura, Trieste secondo hub

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