Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Geografie del cibo, da Prodi al Cuamm tutti d’accordo «Aiuti alle economie africane»
PADOVA L’uomo dell’allargamento dell’Unione Europea a Paesi «egoisti» nei confronti dei migranti, come l’Ungheria, oggi si pente di quella scelta? Lo ha chiesto Gian Antonio Stella, giornalista del Corriere della Sera e moderatore, a Romano Prodi, durante il convegno «Geografie del cibo», organizzato ieri all’Università di Padova dalla Commissione Europea. «Benedetto il giorno in cui sono entrati — ha risposto l’ex premier — è stato opportuno così. Pensiamo ai danni creati dal rinvio dell’ingresso dell’Ucraina (terra che nel 2014, secondo l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, ha superato la Siria per numero di fuggitivi, ndr)». E se il fenomeno immigrazione resta un’emergenza di difficile gestione, il motivo è uno solo: «In ogni Paese europeo il capo del governo pensa prima ai propri elettori e alla situazione politica interna e poi all’Europa, quando l’unica soluzione possibile sono gli Stati Uniti d’Europa. E chi ci sta ci sta. I problemi non si possono risolvere con le boutade e questo è un problema epocale, con il quale dobbiamo fare i conti». E l’unica strategia concreta da percorrere l’ha tracciata Don Dante Carraro, direttore del Cuamm Medici con l’Africa: «Bisogna aiutare l’economia dei Paesi in via di sviluppo. E’ difficile trovare un profugo proveniente dall’Uganda, per esempio, terra che ha investito nella salute e nell’istruzione, e i risultati si vedono». Fatti salvi i dazi fino all’834% sui prodotti africani rivelati da Kofi Annan, Prodi, fino al 2014 inviato speciale Onu per il Sahel, si è detto d’accordo: «E’ vero, o aiutiamo la rinascita delle piccole economie in Africa
Romano Prodi con progetti mirati, o non ne usciamo».
Gli altri anelli sui quali costruire la catena della solidarietà sono la conoscenza reciproca e la collaborazione culturale. «Il nostro Ateneo compirà nel 2022 i suoi primi 800 anni — ha detto il rettore Rosario Rizzuto, alla
Prodi Ogni premier pensa prima ai propri elettori Prodi/2 E’ un problema epocale, ci vogliono gli Stati Uniti d’Europa
prima uscita ufficiale — la storia d’Europa è passata di qui in molte occasioni. L’Università di Padova è stata e rimane un nodo di scambi scientifici internazionali e di collaborazioni culturali che hanno contribuito non solo alla nascita della scienza moderna, ma anche alla formazione della cultura europea, che ha preceduto di molto l’unione politica. Fra i valori fondanti c’è la libertà di pensiero, di espressione e di ricerca, vero antidoto contro ogni fondamentalismo. La rete delle Università europee è un luogo privilegiato di dialogo e di confronto su come valorizzare le diversità culturali, anche di chi oggi bussa alle nostre porte per sfuggire da guerre, barbarie, carestie e crisi ambientali».