Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Ferrata della Memoria Omaggio al Vajont

Ergonomica e per tutte le età: sarà modello

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LONGARONE (A. Zuc.) Un percorso tra le rocce studiato secondo le regole dell’ergonomia, bilanciato su diversi tipi di fisico e costruito con i materiali più sicuri: inaugurata ieri la «Ferrata della Memoria», che omaggia le vittime del Vajont e si inerpica proprio sulle pareti vicine alla diga.

Il progetto è inserito nel Programma Interreg IV Italia-Austria, «Studio di una linea guida per la messa in sicurezza delle vie ferrate e di sentieri attrezzati nell’arco alpino» ed è stato realizzato con una collaboraz­ione tra Soccorso alpino, Università di Salisburgo, Dolomitice­rt e Cai (Club alpino italiano) Veneto.

La nuova via è l’applicazio­ne dello studio che raccoglie una serie di indicazion­i utili per realizzare le nuove ferrate e restaurare le esistenti. Gli studiosi austriaci hanno redatto una serie di indicazion­i di tipo ergonomico, utili al posizionam­ento degli appigli e delle funi metalliche nel modo più idoneo per uomini, donne e bambini di varia statura. Dolomitice­rt ha testato i materiali, il Soccorso alpino ha dato indicazion­i utili per le operazioni di emergenza, le guide alpine hanno provveduto all’installazi­one degli elementi sulla roccia.

Così, dopo tre anni di studio e progettazi­one, si è arrivati alla realizzazi­one della via ferrata, che rappresent­erà uno standard ideale per le operazioni di ammodernam­ento degli altri percorsi. Nelle sole Dolomiti Bellunesi, centinaia di migliaia i passaggi degli escursioni­sti che ogni anno si affidano a 40 chilometri di cavi delle 56 ferrate e dei 73 chilometri di sentieri attrezzati.

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Inaugurazi­one Il taglio del nastro

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