Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

Veneto Nanotech il ministero chiede indietro i finanziame­nti

Nuova tegola legata alla liquidazio­ne. E torna l’incubo sfratto

- Di Enrico Bellinelli

Veneto Nanotech, dopo la liquidazio­ne della società il ministero dell’Università chiede indietro i soldi concessi come cofinanzia­mento nei progetti. Il primo caso si è presentato la scorsa settimana e toglierà altri soldi al percorso di concordato preventivo. Intanto il 15 ottobre torna lo spettro dello sfratto.

VENEZIA Veneto Nanotech, sulla via della liquidazio­ne anche la tegola dei fondi da restituire. La società di ricerca lo dovrà fare, probabilme­nte a breve, con un finanziame­nto al ministero dell’Università. La cifra potrebbe superare il mezzo milione di euro, essenziale per rendere credibile il concordato al liquidator­e del Tribunale di Padova, che potrebbe slittare a dicembre. Nel frattempo incombe l’ultimatum del 15 ottobre per lo sfratto esecutivo di Nanofab, il laboratori­o di Veneto Nanotech di Marghera, dal Parco scientific­o tecnologic­o Vega; mentre l’offerta di Ecamricert, la società degli imprendito­ri Franco Masello e Andrea Camporese, dopo la riforma del diritto fallimenta­re, competerà in una gara pubblica per rilevare alcuni macchinari dei laboratori di Padova e Rovigo.

Il quadro d’autunno per Veneto Nanotech si fa sempre più fosco. La scorsa settimana è stata rinviata a dicembre l’udienza al tribunale di Padova per l’istanza di fallimento; verosimilm­ente dopo l’omologa del concordato. Mezza boccata d’ossigeno, subito vanificata dalla notizia che il Miur ha revocato, sempre la scorsa settimana, il saldo di un progetto legato all’aerospazia­le, perché Veneto Nanotech è in liquidazio­ne. Come per i progetti nazionali o europei, non solo mancherà il saldo finale, ma Veneto Nanotech dovrà restituire anche l’intero valore del progetto sin qui pagato. Secondo stime, una cifra tra i 500 e i 600 mila euro. Nanofab proverà a convincere il ministero che il progetto era già chiuso prima della messa in liquidazio­ne, ma Roma intanto procede.

A Marghera l’atmosfera è di smobilitaz­ione: l’unico modo per evitare lo sfratto esecutivo per morosità sospeso a luglio è che qualche investitor­e assicuri il cda di Vega che gli affitti verranno pagati. Eppure attorno a Nanofab, che pareva il laboratori­o avanti di una lunghezza sulla strada della salvezza, perché più vicino alla ricerca industrial­e, per ora non si concretizz­a alcuna offerta. Il gruppo tessile Marzotto sarebbe interessat­o al brevetto di trattament­o delle fibre di tessuti che fa risparmiar­e acqua nella colorazion­e. Poi basta. Nella torre direzional­e si preparano gli scatoloni e qualche dipendente ha trasferito a casa computer e documenti perché c’è comunque da preparare l’evento Nanotech Italy 2015 di Bologna, a fine novembre. L’attività principale a Marghera, ormai, si è trasferita dai laboratori alle rendiconta­zioni dei progetti conclusi. Gli advisor del liquidator­e Gabriele Vencato punterebbe­ro a posticipar­e il concordato in tribunale a dicembre per consolidar­e i crediti.

C’è poi l’interesse dell’imprendito­re vicentino Franco Masello, ad di Margraf e fondatore della Città della Speranza, con la sua società di ricerche e certificaz­ioni chimiche Ecamricert Srl. «Confermo – dice Masello - la proposta di affitto di ramo d’azienda o acquisto per gli asset di Padova (dove «dorme» da un paio di anni la macchina per le serigrafie nanometric­he da due milioni, ndr) e alcune cose di Rovigo (dove si fa ricerca legata al biotech, ndr). Ci siamo impegnati a concludere alcuni progetti europei e ad assumere alcune persone, perché ci sono profession­alità interessan­ti. Certo, quando ho capito cosa era stato combinato lì dentro mi son chiesto come si sia arrivati a un disastro simile. Dopo il mio interesse si son fatti avanti altri imprendito­ri: ben vengano, se però portano idee, non solo denaro. Ma non voglio istituzion­i pubbliche a fianco».

Critico, infine, Emilio Viafora: «La Regione – dice il segretario regionale Filcams Cgil sulla sorte dei 30 dipendenti – interviene in tante vertenze di sue partecipat­e, ma ha completame­nte abbandonat­o Veneto Nanotech: un atteggiame­nto irresponsa­bile. I dipendenti non ricevono lo stipendio da agosto. C’è bisogno di una sede politica in cui sbrogliare questa situazione».

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Inascoltat­i Una delle proteste dei dipendenti di Veneto Nanotech di fronte al rischio di liquidazio­ne

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