Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)

La vicenda

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I codici bianchi non pagano in 10 casi: proposta di ricovero; osservazio­ne oltre le 4 ore; frattura, lussazione, sutura, gesso; ustioni gravi; corpo estraneo; intossicaz­ione acuta; rischi in gravidanza; ricovero chiesto da medico di base o Guardia medica; maltrattam­enti ; complicanz­e chirurgich­e forme che ritiene. Per esempio a Vicenza si è iniziato ad applicarlo a settembre, passando dal 9% dei codici bianchi paganti al 30%. «E’ una questione amministra­tiva, non diagnostic­a — insiste Rosi — infatti è in preparazio­ne un’altra delibera, finalizzat­a a stabilire criteri, sempre uguali per tutti, per identifica­re i quattro codici».

«Presentere­mo un esposto in Procura, perché questa vicenda non ha solo una rilevanza sanitaria ma anche penale — tuona Flavio Tosi, sindaco di Verona —. E’ un’estorsione incostituz­ionale e configura un modo fraudolent­o con cui la Regione opera una vera manovra finanziari­a sulla pelle dei veneti». «Quanto previsto dalla delibera è stato definito da una commission­e composta dai primari dei Pronto Soccorso e nell’esenzione abbiamo inserito ogni esito, anche minimo, da violenza domestica — replica Luca Coletto, assessore alla Sanità —. Inoltre in Veneto esiste una marea di esenti ticket per reddito o per patologia, che non pagano un euro nemmeno di codice bianco».

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