Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
La vicenda
parte per l’autopsia. L’esposto è a carico di ignoti, precisa il legale, sarà la procura a stabilire eventuali responsabilità. Secondo la famiglia, infatti, Francesco avrebbe potuto essere salvato: «Se mio figlio fosse morto per strada me ne sarei fatta una ragione – spiega la mamma -, ma non posso accettare che sia morto dentro un ospedale. Lui aveva chiesto aiuto, aveva detto di essere caduto dalla bicicletta ma aveva anche ammesso di aver assunto droga. Nella sua giacca abbiamo trovato una boccetta di metadone e la porteremo ai carabinieri».
Pugliese aveva assunto anche il metadone che gli era stato dato al Sert, a cui si era rivolto venerdì. «Sono sicura che quando mio figlio si è presentato in pronto soccorso stava già male e ha chiesto aiuto».
Un dramma sul quale potrà fare luce solo l’autopsia, e che colpisce una famiglia segnata dalla tossicodipendenza di Francesco: «Ha iniziato a drogarsi a 15 anni e io l’ho scoperto molto dopo – conclude la mamma -. Abbiamo fatto di tutto per aiutarlo, io stessa sono stata molti mesi in comunità insieme a lui. Purtroppo è stato inutile. Ma mio figlio non doveva morire così». BORSO DEL GRAPPA A soli 17 anni, ha perso quota con il suo parapendio mentre sorvolava il comprensorio del Grappa ed è precipitato. A salvare il pilota, tedesco, un grosso pino i cui rami, attorno alle 12 di ieri, hanno attutito l’impatto. Il giovane ( foto) è stato trovato sospeso ad un’altezza di 10 metri al settimo tornante di via Giardino a Borso. Era incolume.