Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Unindustria: patto con lo Stato
Renzi domani a Treviso, la proposta delle imprese: «Alleati per cambiare»
TREVISO Una nuova stagione di relazioni tra due mondi, quello del «fare privato» e quel del «fare pubblico». A proporla è Unindustria che nel corso dell’assemblea annuale della categoria domani a Treviso, chiederà a Matteo Renzi un patto tra le imprese e Pubblica Amministrazione, che da sempre si guardano tra accuse reciproche di immobilismo burocratico e deregulation liberista. «Alleati per cambiare» è il segnale che gli industriali vogliono dare al premier che domani sarà anche a Verona al teatro Ristori per il tour nazionale «Cento teatri».
TREVISO Un patto tra le imprese e la pubblica amministrazione. Un patto per sbloccare il Veneto, inaugurando una nuova stagione di relazioni tra due mondi, quello del «fare privato» e quel del «fare pubblico», che da sempre si guardano di sottecchi, tra accuse reciproche di immobilismo burocratico e deregulation liberista. È questo quel che gli industriali di Treviso proporranno domani dal palco della loro assemblea annuale al parco del lago Le Bandie a Lovadina di Spresiano. E certo l’interlocutore è quello giusto, il massimo cui potevano aspirare: il premier Matteo Renzi. Annunciato, inserito in scaletta con l’intervento di chiusura dei lavori, a ieri il presidente del Consiglio veniva dato per «presente sicuro» anche nelle stanze del Pd veneto e romano. Il titolo della convention confindustriale, d’altronde, pare studiato apposta per fargli piacere: «Cambiare». Non è forse la mission che il leader dem dice di essersi dato da quando è salito a Palazzo Chigi?
Sembra che Renzi sia intenzionato a fare una sosta anche a Verona, nella primissima mattinata, così da recuperare dopo aver saltato a piè pari, a metà settembre, l’appuntamento alla Coca Cola per i 40 anni dello stabilimento, quello in Comune per un saluto al sindaco Flavio Tosi (che comunque ha poi visto qualche giorno dopo nella capitale) e quello al teatro Ristori per il tour «Cento teatri». «Ho un debito con la città» disse salendo la scaletta dell’aereo che l’ha portato alla finale degli US Open di tennis, in cui si sono giocate il titolo Roberta Vinci e Flavia Pennetta. Un debito che vorrebbe saldare domani. Il suo arrivo a Verona è previsto per le 9.30, proprio al teatro Ristori, dove riprenderà il filo interrotto dei «Cento teatri» spiegando quanto è stato fatto fino ad ora dall’esecutivo, specie sul delicato terreno delle riforme, e delineando gli obiettivi per il futuro. Poi, probabilmente, incontrerà Tosi ma, come avvertono dal Pd, con Renzi è sempre meglio usare il condizionale: l’agenda viene modificata di ora in ora e a sfogliare gli archivi di scopre che anche l’anno scorso la sua presenza all’assise di Unindustria Treviso venne data per certa, salvo poi saltare all’ultimo per «indifferibili impegni a Parigi». Come l’anno scorso, anche questa volta il programma non contempla invece un intervento sul palco del governatore Luca Zaia, protagonista solo qualche giorno fa dell’assemblea degli industriali vicentini. Una scelta che si fa notare, visto che Treviso è la terra in cui è nato il governatore, la culla del leghismo di rito zaiano. Il presidente della Regione, che pure si è sentito con la presidente di Unindustria Treviso Maria Cristina Piovesana, a ieri ancora non aveva confermato la sua presenza. «Agenda fittissima» spiegano da Palazzo Balbi ma va ricordato che pure in occasione dell’assemblea 2014 si registrò un piccolo incidente diplomatico, con l’allora presidente Alessandro Vardanega a sostenere con forza il progetto di dar vita all’area metropolitana PaTreVe e Zaia a replicare gelido, prima di lasciare la sala: «È un carrozzone pensato da Roma secondo la strategia del divide et impera. Ho l’impressione che Vardanega non abbia letto la legge».
Ad ogni modo, tornando al tema della convention, che vedrà anche la presentazione di una ricerca di Daniele Marini (Community Media Research), un intervento sulla legalità e lo sviluppo economico di Dominick Salvatore (Fordham University New York e Shangai Finance University) ed un confronto tra Alberto Baban (presidente Piccola Industria), Mario Barbuto (capo del Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria del ministero della Giustizia), Tito Boeri (presidente Inps) e Stefano Paleari (rettore Università di Bergamo), questo muoverà da una constatazione, ossia il bisogno di «cambiare». Il contributo che gli industriali intendono dare, nell’attesa della rivoluzione s-burocratica da sempre invocata, va nella direzione di una rinnovata collaborazione con la pubblica amministrazione, ispirata alla fiducia e al rispetto. Un nuovo «contratto sociale», per dirla con Rousseau, che superando le diffidenze si possa poi declinare nella vita di ogni giorno, dalle visite del Fisco a quelle dello Spisal, dai timbri allo sportello alle pratiche in tribunale. Solo così, sostiene Unindustria Treviso, sarà possibile garantire la piena affermazione della legalità e costruire una società davvero competitiva e solidale. «Dovremo cambiare alcune prassi, ma anche un diffuso e consolidato modo di pensare». E questa rischia d’essere l’impresa titanica, più del taglio della coda sull’uscio dell’Ufficio complicazioni affari semplici.
La visita Il premier farà tappa anche a Verona, prima al Teatro Ristori e poi da Tosi Il palco Previste relazioni di docenti e studiosi e una ricerca sui rapporti pubblico privato