Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Operaio a 77 anni, muore travolto da una lamiera
Malcontenta, in tasca aveva i voucher. Il fratello: «Amava lavorare» A Mira un altro muratore di 74 anni vittima di un incidente: è gravissimo
U n uomo di 77 anni è morto ieri mattina mentre era al lavoro in un cantiere a Venezia: la lastra di metallo che stava tagliando si è improvvisamente staccata e l’ha schiacciato. «Nonostante l’età amava lavorare», racconta il fratello della vittima. E sempre nel Veneziano un altro settantenne, un muratore, è rimasto gravemente ferito precipitando da una copertura.
MALCONTENTA (VENEZIA) Morire di lavoro a 77 anni. È capitato, ieri mattina, all’interno del cantiere della Costruzioni Navali Venete, di Malcontenta, a Venezia.
«Ho sentito un forte colpo e quando sono arrivato sul posto, Remo era lì e non si muoveva più...», ha raccontato un operaio a poliziotti e tecnici dello Spisal accorsi sul posto intorno alle 8.30 del mattino.
La vittima si chiamava Remo Di Leta, era nato a Pico (Frosinone) e il 20 settembre aveva compiuto 77 anni. Dalle prime ricostruzioni, pare stesse demolendo pezzo per pezzo una vecchia imbarcazione, utilizzando la fiamma ossidrica. All’improvviso una grossa lamiera di metallo si è staccata, finendogli addosso.
Cosa ci facesse un uomo di quasi 80 anni in un cantiere, resta da capire. Si sa che lavorava per la Ecosider Srl - azienda di Rubano (Padova) specializzata nel recupero di materiali ferrosi - e che veniva pagato con dei voucher. Nel portafogli gli hanno trovato qualche decina di euro e alcuni di questi ticket, del valore di 37 euro ciascuno.
«Lavorava per guadagnare qualcosa, per arrotondare...», raccontano. Di Leta non era certo ricco, stando a quanto ricostruito dal Commissariato di Marghera abitava nell’appartamento di un’amica all’interno di un palazzone popolare nella periferia di Mira. Eppure, stando a chi lo conosceva bene, la vita del cantiere era la sua passione. Lo si intuisce dalle parole del collega che per primo ieri l’ha soccorso («Sono arrivato intorno alle 7.30 del mattino e Remo era già al suo posto, intento a tagliare le lamiere») e lo confermano i suoi familiari.
«Non mi ha mai detto di avere seri problemi economici spiega Marco Di Leta - semplicemente mio fratello era un uomo che viveva per il lavoro. A chi gli chiedeva di cosa si occupasse, lui rispondeva “taglio il ferro”, e lo diceva con orgoglio».
In passato aveva girato il mondo facendo il maître in diversi hotel. «Aveva anche insegnato nell’istituto alberghiero di Cassino», ricorda il fratello.
A Trieste sembrava aver messo radici, si era sposato e aveva avuto cinque figlie. Poi la separazione e il trasferimento in Veneto. «Era un brav’uomo, oltre a un grande lavoratore», conclude Marco Di Leta.
I familiari attendono di conoscere le conclusioni alle quali arriveranno i tecnici dello Spisal, anche se per ora l’ipotesi più probabile è che all’origine dell’incidente ci sia stato un errore umano, forse una banale leggerezza commessa nonostante il settantasettenne fosse un operaio di grandissima esperienza che da diversi giorni stava lavorando alla demolizione di quella imbarcazione: la lastra che stava tagliando si è staccata prima del previsto e gli è piombata sulla schiena, uccidendolo sul colpo.
L’area è stata messa sotto sequestro e la procura di Venezia ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità.
Intanto, sempre ieri mattina, un secondo infortunio sul lavoro ha avuto come protagonista un anziano. L’incidente è avvenuto poco dopo le 9 in un cantiere edile di Oriago di Mira: un muratore di 74 anni, Guerrino Busato di Mirano, stava lavorando sui ponteggi di un’impalcatura al quarto piano. I colleghi hanno sentito un tonfo e, quando sono accorsi, l’uomo era a terra dopo un volo di quasi sette metri. Sul posto è giunta un’auto medica e una ambulanza ma per trasportare il ferito è stato necessario l’elisoccorso partito da Mestre. Le sue condizioni sono critiche, la prognosi riservata.
Il 74enne risulta titolare di una impresa individuale, ma ora gli inquirenti dovranno capire se in realtà l’azienda sia soltanto un escamotage al quale molti muratori sono costretti a ricorrere per poter lavorare.
Marco Di Leta Mio fratello non mi ha mai detto di avere seri problemi economici, era un uomo nato per lavorare. Diceva con orgoglio: io taglio il ferro I colleghi di lavoro Quando siamo arrivati alle 7,30 Remo era già lì, al posto di lavoro con la fiamma ossidrica. Poi abbiamo sentito un botto e l’abbiamo visto a terra