Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Moretti: insulti sessisti, fermiamo i maschi conigli
Moretti presenta la proposta: «Via 5 mesi di stipendio a chi sgarra»
A lessandra Moretti e gli insulti sul web. «I miei aggressori verbali? Conigli maschi: quando annuncio querela, mi pregano di non farlo». Il Pd propone di togliere fino a 5 mensilità ai consiglieri che usano toni sessisti.
VENEZIA Il tweet di Alessandra Moretti è inequivocabilmente politico: «Spero che la giunta Marino tenga, andare a elezioni adesso significherebbe buttare Roma nel caos più totale». I commenti in calce sono però rozzamente personali: uno cita la prostituzione, un altro evoca un amplesso, un altro ancora allude ai genitali femminili. È solo l’ultimo esempio, in ordine di tempo: nessun nesso logico fra un piano e l’altro, solo ordinaria volgarità dissolta nel web. Dovesse mai materializzarsi una tale trivialità a Ferro Fini, il consigliere regionale protagonista di «parole o gesti dichiaratamente sessisti, razzisti e discriminatori» potrebbe vedersi togliere da una a cinque mensilità, se sarà approvata la bozza di modifica del regolamento appena presentata dai gruppi di centrosinistra. Ma in Rete, dove notoriamente l’indisciplina è molto meno controllabile e sanzionabile, la capogruppo dem ha trovato un suo efficace modo per neutralizzare gli aggressori verbali: «Rispondo a ciascuno di loro con un messaggio in privato, in cui faccio capire che sono pronta ad adire le vie legali contro gli insulti e le minacce che mi hanno rivolto. Ogni volta la reazione che ottengo è da conigli maschi. Quasi sempre si tratta infatti di uomini, che mi pregano di non querelarli, magari perché hanno dei figli…».
La proposta di Partito Democratico, Alessandra Moretti Presidente e Veneto Civico è stata elaborata in ventiquattr’ore, sull’onda dello sdegno per i soli cinque giorni di sospensione inflitti dal Senato ai verdiniani Lucio Barani e Vicenzo D’Anna per gli ormai famigerati gesti osceni diretti alla pentastellata Barbara Lezzi. «Non ci si può indignare a corrente alternata, è ora di finirla in maniera traversale», sbotta Moretti, ricordando quand’era stata lei (un paio d’anni fa alla Camera, insieme ad altre sei colleghe) ad essere apostrofata dal deputato grillino Massimo De Rosa con cotanta eleganza: «Voi donne del Pd siete qui perché siete brave solo a fare i p...». Seguirono denunce penali ed improbabili scuse. «Pensavo che quell’episodio rappresentasse il livello più basso - confida la leader dell’opposizione - ma purtroppo non è così. Per questo dal Veneto, da un’aula in cui fortunatamente non sono avvenuti fatti così miserabili, vogliamo dare un segnale all’Italia. Basta con questa sottocultura maschilista e con questo degrado morale nei confronti delle donne che finalmente hanno conquistato ruoli di responsabilità. Abbiamo trasmesso questo testo a Valeria Fedeli (vicepresidente di Palazzo Madama, ndr.) e sappiamo che lei e Anna Finocchiaro (numero uno della commissione Affari Costituzionali, ndr.) sono già al lavoro per modificare i regolamenti di Senato e Camera».
Un’idea delle donne, ma condivisa dagli uomini. «Non è un caso che questo bel segno di gentilezza arrivi in un consiglio regionale che ha visto più che raddoppiata la presenza femminile rispetto alla scorsa legislatura», osserva Piero Ruzzante. «Un’istituzione come la nostra ha il dovere di rendere conto di come usa non solo le risorse, ma anche le parole», aggiunge Bruno Pigozzo. L’auspicio di Francesca Zottis è che la misura venga approvata all’unanimità: «Sarebbe un bel modo di ridare dignità alla politica». La prima adesione arriva già: da Forza Italia. «Questa - afferma Massimo Giorgetti - è una battaglia di civiltà. Non è ammissibile giustificare, in qualsiasi sede istituzionale e non, atteggiamenti che possano ledere la dignità personale di ognuno di noi. Con questo progetto di legge diamo un segnale chiaro al Parlamento sull’inutilità del provvedimento di sospensione».
Fuori dai Palazzi, però, ci sono i social network. «Per strada probabilmente nessuno si permetterebbe mai di dirmi quello che mi scrive protetto dall’anonimato di Internet - riflette Moretti - e questo è molto ingiusto. Lo dico per tutte le donne, specialmente se giovani e fragili, più che per me, che ho imparato a difendermi: appena rispondo a questi uomini che sono pronta ad andare in tribunale, devolvendo in beneficenza il risarcimento, mi sento supplicare di non farlo perché tengono famiglia...». Parole, è facile prevederlo, che le costeranno una nuova ondata di «insulti e minacce, anche di morte, come mi succede quotidianamente». Ai loro autori, l’avvertimento preventivo: «Se uno mi colpisce, non faccio un passo indietro, ma due avanti».
Lady Moretti e la Rete Mi insultano ogni giorno e mi minacciano, io li contatto uno a uno in privato e quando gli annuncio querela mi supplicano di non farlo...