Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Autonomia, Salvini apre al negoziato con Roma
Il segretario federale: «Da me nessun veto a Zaia e Maroni». Asse veneto, il Senato amplia la devolution
VENEZIA Personalmente non ci conta molto, ma politicamente non si opporrà affatto. Il semaforo di Matteo Salvini proietta luce verde, nuance padana, alle trattative dei presidenti leghisti delle Regioni con il governo in materia di autonomia. «Mi pare che questo ragionamento proceda sia in Lombardia che in Veneto, per cui non sarò io a fermarli», dice il segretario federale del Carroccio al Corriere del Veneto.
Sull’esempio del negoziato avviato da Roberto Maroni, anche attorno a Luca Zaia è in corso un pressing bipartisan per convincerlo ad accelerare la contrattazione con Roma. «Chi governa una Regione e vuole portare a casa il risultato - concede Salvini - ha tutto il diritto ed anche il dovere di provare a percorrere tutte le strade possibili. Per quanto mi riguarda ritengo che con Renzi e con questo Pd sarà difficile ottenere maggiore autonomia. Ma se qualcuno ci riesce, ne sarò ben felice». Il tema entrerà anche nel consiglio federale della Lega Nord, convocato per lunedì, ma senza veti da parte del leader. «Per me la strada maestra rimane quella del referendum precisa Salvini - in modo da sentire direttamente l’opinione dei veneti e dei lombardi. Se però nel frattempo i governatori riescono a limitare le rapine da parte di Roma, tanto meglio. Da me nessun divieto».
Dichiarazioni rese proprio nel giorno in cui il Senato ha approvato la nuova devolution, grazie all’emendamento del governo in cui sono confluite le proposte emendative presentate dall’asse veneto composto da Giorgio Santini, Rosanna Filippin, Gianpiero Dalla Zuanna e Laura Puppato (Pd), Mario Dalla Tor, Franco Conte e Antonio De Poli (Ap), Patrizia Bisinella, Raffaella Bellot ed Emanuela Munerato (Fare!). Alle materie già previste dalla Costituzione, andranno aggiunte anche le politiche sociali, il commercio con l’estero e la tutela della salute, fra quelle su cui pure il Veneto potrà chiedere di esercitare piena autonomia. «Si tratta di un primo passo verso un federalismo che premi le Regioni virtuose», dice De Poli, alludendo al requisito della solidità contabile. «Incalzeremo la giunta regionale per politiche che sappiano rispondere in modo più efficace ai tanti problemi del Veneto che la giunta Zaia invece di affrontare scarica sullo Stato, in un gioco perverso e sbagliato che d’ora in poi non potrà più fare», annuncia Santini. «Avremo una Costituzione che prevede i costi standard, assicura Puppato.