Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
Spaccia a Porta Altinia, profugo arrestato
Blitz dei carabinieri ai giardinetti: l’uomo è ospite alla Serena. Scoppia la polemica: «Alfano ha creato un ghetto»
TREVISO È arrivato in Italia due mesi fa per sfuggire alle violenze del regime che guida il suo Paese, il Gambia. Qui ha fatto richiesta di asilo ed è stato accolto alla caserma Serena, a Dosson. E qui ha iniziato a spacciare droga. Per questo il 30enne M.K. è stato arrestato mercoledì pomeriggio nel parco di Porta Altinia, a Treviso. È accusato di detenzione, ai fini di spaccio, di 8 dosi di marijuana.
Il pattugliamento
I carabinieri gli contestano di aver venduto due dosi ad un giovane, che ha confermato la cessione, e di aver tentato di disfarsi di altre sei dosi non appena si è accorto dell’arrivo dei militari. Droga recuperata e sequestrata poco dopo. La procura ha disposto il processo per direttissima, rinviato al 23 ottobre. Ma il 30enne gambiano, nell’udienza di ieri, difeso dall’avvocato Roberto Uliana ha respinto ogni addebito: «Quella droga trovata non era mia», ha dichiarato. Ed è stato scarcerato: il reato per il quale è stato arrestato, infatti, non prevede la detenzione in carcere, ma su richiesta della procura il giudice gli ha imposto la misura cautelare dell’obbligo di firma e di dimora a Dosson, nella stessa caserma Serena in cui è accolto come profugo. Oltre alla condanna per spaccio, il 30enne rischia che la Prefettura emetta a suo carico un provvedimento di revoca dell’ospitalità. Ma intanto quanto accaduto sta scatenando vive reazioni, a cominciare da quella del sindaco di Treviso Giovanni Manildo: «Se sarà accertato che è un pusher dovrà essere rimandato da dove è venuto. Questo caso serva da monito per tutti gli altri».
Manildo: se è vero, via
Manildo ha dichiarato l’intenzione di farsi promotore affinché la richiesta d’asilo, se concessa prima della sentenza definitiva, venga revocata se il gambiano fosse dichiarato colpevole. «Chiederò a prefetto e questore che tutti gli accertamenti vengano eseguiti in tempi rapidissimi. Treviso è una città accogliente ma l’accoglienza ha regole che devono essere rispettate». Concorda la collega Miriam Giuriati di Casier: «Ho già chiesto al prefetto l’espulsione immediata».